La Polonia alza il livello di allerta e annuncia la mobilitazione di 40.000 soldati lungo il confine orientale con la Bielorussia, nel pieno delle tensioni con Mosca. La decisione arriva dopo le ripetute incursioni di droni russi nello spazio aereo polacco, che Varsavia considera un atto deliberato di provocazione.
Il governo guidato da Donald Tusk ha definito l’iniziativa una misura “difensiva e necessaria”, destinata a tutelare la sicurezza nazionale in un momento particolarmente delicato. Sullo sfondo, infatti, ci sono le esercitazioni Zapad 2025, manovre militari congiunte di Russia e Bielorussia che comprendono test missilistici e scenari di guerra ad alta intensità.
L’allarme di Varsavia
Il ministro degli Esteri Radosław Sikorski ha denunciato che i droni penetrati nello spazio aereo polacco nelle ultime ore fanno parte di una strategia russa volta a “mettere alla prova la capacità di reazione della NATO”. Le forze armate polacche, secondo lo Stato Maggiore, hanno già intercettato e abbattuto diversi velivoli senza pilota.
Il presidente della Repubblica ha ribadito che il dispiegamento dei 40.000 uomini serve a “garantire che nessuna aggressione resti senza risposta” e a prevenire il rischio di escalation incontrollate.
La risposta degli alleati
La mossa di Varsavia non resta isolata. Germania, Francia, Regno Unito e Paesi Bassi hanno espresso solidarietà e offerto supporto militare. Berlino rafforzerà le missioni di air policing sul fianco est dell’Alleanza, Londra valuta l’invio di caccia Typhoon, mentre Parigi e L’Aia si dicono pronte a contribuire con sistemi di difesa aerea.
Parallelamente, Varsavia ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, denunciando una violazione della propria sovranità.
Uno scenario teso
La concentrazione di forze al confine con la Bielorussia segna un passo significativo: non si tratta di un’esercitazione, ma di una misura permanente di sicurezza. Varsavia teme che Mosca e Minsk possano sfruttare le esercitazioni Zapad per aumentare la pressione militare sulla regione o per compiere ulteriori atti dimostrativi contro la NATO.
Il rischio è quello di un effetto domino, con un’escalation progressiva che coinvolgerebbe non solo la Polonia, ma l’intera Europa orientale.