Parte ufficialmente il “semestre bianco” di Medicina, la grande novità che manda in soffitta il vecchio test d’ingresso. Dopo 25 anni di critiche e polemiche, il sistema di accesso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria cambia radicalmente: non più un quiz in poche ore, ma un percorso di formazione e valutazione di sei mesi direttamente dentro le Università.
Bernini: “Basta sogni infranti per colpa dei quiz”
Ad annunciare l’avvio della riforma è stata la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che sui social ha parlato di una vera svolta: “Oggi prende il via il semestre aperto, una riforma che cambia le modalità di accesso. L’obiettivo è chiaro: formare più medici e medici meglio preparati, rispondendo a un bisogno reale e urgente del nostro Paese”.
Il numero delle immatricolazioni sale a 24.000 posti disponibili, con un incremento di 3.000 unità. Ma, secondo Bernini, la vera novità è il metodo: “Troppi giovani hanno visto i loro sogni infrangersi davanti a domande da quiz, più simili a un gioco televisivo che a una prova di vocazione e preparazione. Abbiamo detto basta a quella logica”.
Investimenti per rafforzare il sistema universitario
La riforma non si limita al nuovo percorso di accesso. Per sostenere l’aumento degli studenti, il governo ha annunciato un incremento del Fondo di Finanziamento Ordinario di 336 milioni, portandolo a 9,4 miliardi di euro. Risorse che, secondo la ministra, rappresentano un “investimento strategico” destinato a rafforzare didattica, ricerca e capacità di accoglienza delle Università. “Il semestre aperto e l’aumento dei finanziamenti camminano insieme – ha aggiunto Bernini –: più opportunità e più medici per il futuro, più strumenti per valorizzare i nostri studenti. Se cresce l’Università, cresce l’Italia”.
Una sfida per studenti e istituzioni
Il nuovo modello di selezione viene presentato come una sfida di sistema, in cui il merito si misura in un percorso più ampio e non in poche ore di test. Una scommessa che intende rispondere alla cronica carenza di medici e al bisogno di valorizzare i giovani talenti, purché alle università vengano garantite risorse adeguate per affrontare il cambiamento.