A Cortale, in Calabria, la “Festa del Rifugiato” promossa da Arci Catanzaro ha acceso i riflettori su un modello di accoglienza che va oltre l’assistenza, trasformandosi in un motore di ripopolamento e coesione sociale. L’evento, tenutosi nel comune dove sono nati i primi Circoli Rifugio, ha riunito istituzioni, associazioni e cittadini per riflettere sul valore dell’integrazione, testimoniato dalla presenza di oltre 20 rifugiati, molti dei quali bambini, ormai parte integrante della comunità.
Le voci dei protagonisti: l’importanza dell’accoglienza diffusa
Moderati dal presidente di Arci Calabria, Giuseppe Apostoliti, gli interventi hanno messo in luce i diversi aspetti di questo progetto. Diana Costanzo, neo presidente di Arci Catanzaro, e Roberta De Paola, referente dei Circoli Rifugio, hanno sottolineato come l’accoglienza diffusa non solo offra un supporto operativo e sociale ai rifugiati, ma generi anche “coesione e vitalità del territorio”. Un’idea ribadita anche dall’ex consigliera regionale Amalia Bruni, che ha evidenziato come l’accoglienza rappresenti una risposta cruciale alla crisi demografica che affligge i borghi calabresi, rimarcando il ruolo strategico del Terzo Settore.
Il ruolo della politica e la memoria storica
L’ex consigliere regionale Ernesto Alecci ha riportato alla memoria lo sbarco di 900 curdi sulle coste di Soverato e Badolato alla fine degli anni ’90, un evento che ha scatenato una straordinaria ondata di solidarietà e che serve da monito sulle “responsabilità della Regione e del Governo nell’approccio ai temi di migrazione e asilo”. A chiudere i lavori, l’intervento di Rosario Bressi, portavoce del Forum Terzo Settore Catanzaro-Soverato, che ha spaziato dai recenti fatti di Gaza fino a lanciare un appello alla futura amministrazione regionale, chiedendo di “dedicare maggiore attenzione al Terzo Settore, lavorando anche a una legge regionale di settore”.