“La legge elettorale calabrese è profondamente incostituzionale”, denuncia senza esitazioni il professor Simone Veronese, presidente dell’associazione Life – per i Diritti Civili e la Difesa della Costituzione. “In Calabria il voto non vale allo stesso modo per tutti i cittadini: a Cosenza serve meno consenso per eleggere un consigliere, mentre a Catanzaro, Vibo, Crotone o Reggio serve molto di più. È una violazione palese dell’articolo 48 della Costituzione, secondo cui il voto è personale ed eguale, e dell’articolo 3 sull’uguaglianza dei cittadini”.
I dati elaborati dal docente sui risultati ufficiali di Eligendo mostrano come la circoscrizione Nord, quella di Cosenza, ottenga 14 seggi con circa 265 mila voti, mentre Centro e Sud ne abbiano appena otto ciascuna pur con un numero simile di elettori. In sostanza, spiega Veronese, “un cittadino del Nord pesa il 40% in più rispetto a uno del Sud o del Centro. È un’anomalia democratica che mina le fondamenta stesse del principio di rappresentanza”.
Voti presidenziali ignorati e violazione delle sentenze
Secondo il professore, alle distorsioni territoriali si somma un errore giuridico di metodo: “La Corte d’Appello di Catanzaro, sia nel 2019 che nel 2021, non ha conteggiato i voti espressi per il solo Presidente nel totale dei voti validi regionali. Una scelta che contraddice anni di giurisprudenza del Consiglio di Stato, che ha chiarito come anche quei voti vadano inclusi nel calcolo complessivo ai fini dello sbarramento e della ripartizione proporzionale dei seggi”.
“Ignorare i voti ai candidati presidenti significa falsare la volontà popolare e compromettere la correttezza del risultato elettorale”, avverte Veronese, ricordando le sentenze di Campania, Puglia, Molise e Lombardia che hanno sancito la validità di quei voti ai fini del conteggio complessivo.
Il caso “Noi Moderati” e l’effetto domino
L’effetto pratico, sottolinea il giurista, emerge con chiarezza nel caso della lista “Noi Moderati”, che “supera di poco il 4% se si ignorano i voti presidenziali, ma scende sotto la soglia se questi vengono inclusi nel denominatore corretto dei voti validi”. In tale scenario, “i due seggi assegnati alla lista dovrebbero essere revocati e redistribuiti, con un effetto domino che potrebbe cambiare l’equilibrio politico dell’intero Consiglio regionale”.
Non solo: “La distribuzione territoriale dei voti di Noi Moderati è concentrata al 66% nella circoscrizione Centro, appena il 18% al Nord e il 15% al Sud. Ciò altera i resti circoscrizionali e rischia di spostare seggi anche tra maggioranza e opposizione”.
Una legge costruita per conservare potere
Per Veronese, il problema è politico prima ancora che tecnico. “Chi ha scritto o mantenuto questa legge lo ha fatto per condizionare il peso delle aree interne ai partiti, favorendo alcune province e marginalizzandone altre”, afferma.
“A Cosenza si concentrano più seggi rispetto al resto della regione, mentre nelle circoscrizioni di Reggio e Catanzaro si è volutamente evitato di ampliare la rappresentanza, così da non alterare gli equilibri di potere nei vertici dei partiti. Il risultato è una Calabria sbilanciata, dove la città di Reggio è stata praticamente messa all’angolo”.
Proclamazione e ricorsi in arrivo
Intanto, mentre la Corte d’Appello di Catanzaro procede ai conteggi finali e alla proclamazione degli eletti, cresce la tensione tra i candidati esclusi per pochi voti. Secondo quanto risulta a Calabria7, restano in attesa di sviluppi Michele Comito e Francesco De Nisi, entrambi consiglieri regionali uscenti, che guardano ai seggi di Vito Pitaro e Riccardo Rosa di Noi Moderati. In bilico anche Franco Sarica della Lega nella circoscrizione Sud e Giusy Iemma del Partito Democratico, che potrebbe subentrare a Giuseppe Falcomatà in caso di riconteggio.
“Qualunque decisione prenda la Corte d’Appello, una stagione di ricorsi è inevitabile”, osserva Veronese. “Se esclude i voti dei presidenti, viola la giurisprudenza del Consiglio di Stato; se li include, cambia la composizione del Consiglio. In entrambi i casi resta irrisolto il problema dell’incostituzionalità territoriale”.
“La Calabria non può permettersi una democrazia diseguale”
La posizione del professore è chiara: “Serve riscrivere la legge elettorale, subito. La Calabria non può permettersi una democrazia diseguale, dove il voto di un cittadino di Cosenza vale più di quello di Reggio Calabria. È un tradimento del principio costituzionale di uguaglianza e una ferita per la credibilità delle istituzioni regionali”.
Una denuncia dura, quella di Simone Veronese, che chiama in causa politica, giustizia e coscienza civica. “Una Regione che parla di legalità e trasparenza deve cominciare da qui: dal rispetto delle regole, della Costituzione e della volontà degli elettori”.