Non era una sorpresa, ma ora è ufficiale: Ernesto Ferraro è stato rimosso dalla guida delle Ferrovie della Calabria. Lo aveva già lasciato intendere Roberto Occhiuto durante la conferenza stampa con cui aveva provato a spiegare i contorni dell’inchiesta per corruzione della Procura di Catanzaro, in cui è coinvolto insieme allo stesso Ferraro e all’imprenditore Paolo Posteraro, suo ex socio.
Arriva Aristide Vercillo: il ritorno del risanatore
A prendere il suo posto, con la carica di commissario straordinario, sarà Aristide Vercillo, già amministratore unico di FdC ai tempi della presidenza di Jole Santelli, e oggi dirigente interno dell’azienda. Commercialista, esperto contabile e uomo delle emergenze, Vercillo è ricordato come l’artefice del risanamento delle Ferrovie della Calabria, alle prese con un buco da oltre 100 milioni di euro. Fu lui a varare anche il piano sull’idrogeno da 500 milioni, oggi cavallo di battaglia del rilancio infrastrutturale calabrese.
Ma il suo ritorno ha un retrogusto politico evidente: vicino a Fratelli d’Italia, e in particolare al senatore Fausto Orsomarso, Vercillo è stato candidato con FdI a Rende ed è visto come una figura di equilibrio tra i partiti di centrodestra. Una nomina tecnica, certo, ma anche un segnale distensivo che Occhiuto manda agli alleati agitati per le tante inchieste giudiziarie che hanno scosso il Palazzo.
Una scelta “a tempo”, ma che pesa
Formalmente, la nomina è a termine: sei mesi prorogabili, ma anche revocabili prima. Una soluzione-tampone, dunque, pensata – dicono fonti della Cittadella – per tutelare Ferraro e proteggere Ferrovie della Calabria dal contraccolpo mediatico e giudiziario. Eppure, proprio per la delicatezza del momento, la scelta del commissario assume un valore strategico: serve a contenere la crisi, evitare frizioni nella coalizione e dare un messaggio di presenza e controllo in un settore, quello della mobilità, chiave per il futuro della regione.
Occhiuto sotto assedio, la maggioranza scricchiola
Il contesto, però, resta rovente. L’inchiesta della Procura di Catanzaro, che coinvolge Occhiuto, Ferraro, Posteraro e altri nomi del cosiddetto cerchio magico, continua a minare la credibilità della giunta regionale. Nelle ultime settimane, la maggioranza di centrodestra ha mostrato crepe evidenti, con FdI e altri alleati che reclamano spazio, rispetto, trasparenza.
In questo scenario, la scelta di Aristide Vercillo appare come una tregua armata, un tentativo del presidente di consolidare il fronte interno, offrendo un gesto distensivo proprio al partito della premier Giorgia Meloni, che guarda con attenzione a quanto accade in Calabria.
Una mossa di palazzo, un segnale alla magistratura
C’è anche un messaggio, nemmeno troppo implicito, rivolto alla magistratura: Occhiuto non intende mollare, ma si adegua. Fa un passo indietro sul caso Ferraro, si mostra attento alle ricadute dell’inchiesta, ma non perde il controllo della partita. Il nome scelto per la guida delle FdC è fidato, competente e allineato, e questo consente al governatore di evitare scossoni peggiori, almeno per ora.
Il tempo dirà se questa sarà solo una gestione commissariale di passaggio, o l’inizio di una nuova fase politica. Ma intanto, in Regione Calabria, si respira un’aria densa di tensione, scelte forzate e geometrie variabili. La ferrovia, stavolta, corre su binari instabili.