Con parole nette e dal sapore politico profondo, Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, rompe il silenzio e interviene sul terremoto istituzionale che scuote la Regione Calabria. Le dimissioni del Presidente della Giunta regionale – gesto inaspettato per molti, ma lucidamente calcolato per altri – vengono descritte dalla Siracusano come “il più grande atto di coraggio e responsabilità che una guida possa compiere”.
Una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni: “Ridare la parola ai calabresi” non è una fuga, ma una scelta consapevole per non compromettere un percorso di rilancio e riforma iniziato in un contesto difficile e, secondo lei, minacciato da “stravaganti propositi” e manovre lontane dall’interesse collettivo.
La macchina che funzionava (troppo) bene
Nel suo intervento, Siracusano non risparmia critiche velate (ma neanche troppo) a chi, pur di perseguire ambizioni personali, avrebbe messo a rischio quanto di buono è stato costruito. Parla di una “macchina che finalmente iniziava a carburare fin troppo bene”, un riferimento evidente ai primi risultati tangibili dell’amministrazione uscente, ritenuti “fino a qualche anno fa inimmaginabili”.
Il timore è che tutto possa essere spazzato via per giochi di potere e personalismi, in un momento in cui la Calabria sembrava aver intrapreso una rotta concreta verso la crescita e la credibilità istituzionale.
“Un grande presidente, e lo sarà ancora”
La conclusione della dichiarazione è tanto chiara quanto simbolica: la Calabria ha avuto un grande presidente, e continuerà ad averlo. Un messaggio che suona come un endorsement politico senza ambiguità, lasciando intendere che il cammino dell’ex presidente potrebbe non essere finito, ma semplicemente rilanciato verso una nuova legittimazione popolare.