23 Ottobre 2025
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“Dura lex, sed lex”. Il risiko dell’attribuzione dei seggi che potrebbe ridisegnare il voto

I risultati scaturiti dalle urne regalano sogni e speranze a chi si è assicurato un posto al sole e a chi spera di poter essere ripescato in extremis. Alla Corte d'Appello di Catanzaro l'ultima parola

Il broccardo latino “dura lex, sed lex” entra in scena ogni qualvolta ci sono le elezioni. Questo principio esprime l’idea che una norma che, ancorché severa e difficile, deve essere sempre rispettata. Le elezioni regionali, come da copione, hanno lasciato una coda velenosa che, ora, viene affidata agli amministrativisti.

L’attribuzione attuale degli eletti sarebbe stata fatta sulla base dei voti delle sole liste (759.004 per le liste a sostegno di Occhiuto): considerato il quorum del 4 per cento necessario, questa la composizione consiliare del centro destra: Forza Italia (7 seggi), Occhiuto Presidente (4 seggi), Fratelli d’Italia (4 seggi), Lega (3 seggi), Noi Moderati (2 seggi).

Diversa, in base alla diversa scomposizione dei resti, la composizione se si assume a base del conteggio il complesso dei voti: liste + presidente (diventano 792.731).

Effetti collaterali e cambi di seggio

Il primo effetto sarebbe il non ingresso di “Noi Moderati” che dal 4,03% scenderebbe al 3,86%. Niente Consiglio quindi per Vito Pitaro nella Circoscrizione Centro e per Riccardo Rosa nella Sud. Al loro posto entrerebbero Ugo Vetere primo dei non eletti nella lista “Occhiuto Presidente” nella Circoscrizione Nord e Franco Sarica primo non eletto nella lista “Lega Salvini” nella Sud.

Di riflesso, anche l’attribuzione dei seggi destinati all’opposizione cambierebbe. Abbassandosi la percentuale sui 2 seggi residui, prevarrebbe quella da assegnare alla Circoscrizione Centro rispetto alla Sud, per cui il secondo seggio attribuito a Giuseppe Falcomatà nella lista del Partito democratico passerebbe a Giuseppina Iemma, prima dei non eletti nella Circoscrizione Centro.

Giorni di passione e grandi manovre

Nei prossimi giorni vedremo l’evoluzione o l’involuzione del broccardo. Intanto ci sono altre questioni che vengono trattate e/o sognate. Per esempio c’è qualcuno, come Daniela Iriti di FdI (moglie di Pierpaolo Zavettieri, sindaco di Roghudi con un passato socialista), che pensa di entrare in Consiglio nel caso in cui Giovanni Calabrese dovesse fare l’assessore regionale. Stessa situazione per Giampaolo Bevilacqua che entrerebbe al posto di Filippo Mancuso.

Il campo largo aspetta le decisioni di Tridico

A sinistra c’è un ragionamento simile. Se Pasquale Tridico dovesse tornare a Strasburgo per sua scelta, entrerebbe l’ex parlamentare di Crotone, Elisabetta Barbuto.

Con una postilla dubbiosa. Se Filippo Mancuso farà l’assessore, chi prenderà il suo posto? Secondo i rumors la sedia toccherebbe al partito della Meloni. A chi? Azzardiamo: Antonio Montuoro, poliziotto in aspettativa, che ha preso la bellezza di circa dodicimila voti.

In ogni caso tutto dipenderà da che tipo di esecutivo Occhiuto vorrà fare, se politico o misto; tenendo conto che la Lega dovrà cedere la prima scelta al partito della Meloni. Forse se ne riparlerà a novembre, il mese dei morti che camminano. Intanto, la Corte d’Appello di Catanzaro avrà molto da sbrogliare. Soprattutto, il Governatore.

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