Il vicepresidente della Regione Filippo Pietropaolo ha firmato il decreto: 5 e 6 ottobre i calabresi torneranno alle urne, dopo le dimissioni di Roberto Occhiuto.
La mossa del centrodestra è chiara: sfruttare il fattore tempo. Nel frattempo, dall’altra parte della barricata, il centrosinistra sembra impegnato in un esercizio di equilibrismo politico: nominare un candidato senza scontentare nessuno, impresa che finora non è riuscita neanche a Houdini.
Conte e l’opzione Tridico
Sul fronte Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte ha un nome in cima alla lista: Pasquale Tridico. Europarlamentare, già presidente dell’Inps ai tempi del reddito di cittadinanza, figura di esperienza e curriculum impeccabile, avrebbe superato nelle preferenze interne la collega Vittoria Baldino.
Conte lo vuole, il Pd sembra pronto ad accettare, ma l’operazione non è ancora partita: la macchina elettorale resta in garage, con il motore al minimo.
Il fronte Stasi: sindaci in pressing
Intanto, in un’altra chat parallela, centinaia di amministratori locali hanno firmato un documento per chiedere a Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano, di guidare la coalizione.
Gli argomenti? Due vittorie consecutive contro il centrodestra, la capacità di gestire una fusione comunale da 80mila abitanti e, soprattutto, il precedente di un anno fa: quando Occhiuto in persona scese in campo per batterlo… e perse.
Per i promotori, Stasi sarebbe il nome in grado di riportare alle urne i delusi e far tremare le certezze di Palazzo Campanella.
Falcomatà e la carta della disperazione
Poi c’è Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, che aspetta e spera. Non è il favorito di nessuno, ma resta sullo sfondo come ultima carta: quella che si gioca quando tutte le altre sono state bruciate.
Una candidatura che, a detta di molti, rischierebbe di unire… ma solo il centrodestra.
Il tempo dei tatticismi è finito (o forse no)
Gli amministratori pro-Stasi lo dicono chiaro: «Basta tatticismi». Secondo loro, serve una scelta netta e immediata. Ma il centrosinistra continua a fare quello in cui eccelle: tavoli, riunioni e veti incrociati.
Occhiuto, nel frattempo, assiste sorridendo: ogni giorno perso è un punto guadagnato.
La morale (amara) della favola
Se la politica calabrese fosse un film, in questo momento il centrosinistra starebbe ancora scegliendo il titolo, mentre il centrodestra avrebbe già venduto i biglietti.
La responsabilità di un’alternativa è reale e urgente, ma senza un nome e un volto, resta solo un esercizio di retorica. E ottobre, in Calabria, arriva sempre troppo in fretta.