Le consultazioni regionali viste dal lato del centrodestra vibonese offrono uno spettacolo a dir poco desolante, i cui diversi aspetti vanno approfonditi, per comprendere come sia stato possibile che, da una delle principali roccaforti regionali si sia giunti alla situazione attuale, caratterizzata dal concreto rischio che i tre partiti cardine della coalizione – Forza Italia, Fratelli dโItalia e Lega – non riescano ad eleggere un solo consigliere regionale.
In particolare, per quanto concerne Forza Italia, riteniamo che non sia neppure il caso di citare, stante le irrilevanti possibilitร di successo, i nominativi presenti in lista, dedicando spazio alla circostanza che, meglio di ogni altra, offre lโesatta idea delle condizioni in cui versa oggi il partito. Il consigliere uscente Michele Comito – che oltre ad essere stato, fino al momento del rompete le righe, il capogruppo regionale รจ ancor oggi responsabile provinciale di Forza Italia – ha rinunciato a quella che sarebbe dovuta essere la sua collocazione naturale nella lista ufficiale del partito per cercare rifugio in quella del presidente Occhiuto. Tale dato di fatto conferisce una certezza quasi assoluta allโipotesi che, in consiglio regionale, Forza Italia non avrร nessun rappresentante vibonese.
Sulle responsabilitร di questo stato di cose non riteniamo che possano sussistere dubbi, esse vanno ascritte, sulla scorta di quel che diremo, in capo allโonorevole Mangialavori non solo per quanto concerne Forza Italia, ma pure, in quota parte, per lo stato di attuale debolezza dellโintero centrodestra vibonese.
La parabola Limardo: dallโappoggio al cestino
Il parlamentare, sin dal giorno successivo alla sua sostituzione con il reggino Cannizzaro quale responsabile regionale del partito, non ha mai assunto una posizione chiara in relazione alla gestione amministrativa del Comune capoluogo da parte del sindaco Maria Limardo, gestione che, insieme al silenzio di Mangialavori, rappresenta la causa primaria della trasformazione del partito da forza dominante ad insignificante.
Dโaltro canto, la gestione della ricandidatura della sua ex pupilla รจ stata gestita in modo meno che approssimativo; infatti, dopo aver riproposto il sindaco uscente, garantendone lโaccettazione anche da parte di quei partiti della coalizione che giร avevano manifestato il proprio dissenso – cosa poi non avvenuta e che ha portato alla disgregazione del centrodestra vibonese ed alla conseguenziale consegna del comune alle forze progressiste – alle prime difficoltร , nascenti anche dalla contrarietร alla sua proposta da parte di Comito e Daffinร che rappresentavano lโaltra metร di FI, ha โcestinatoโ la Limardo, inducendola a fare un passo indietro col miraggio di un โincarico ristorativoโ in qualche ente regionale o, in alternativa, una candidatura alle regionali che, forte del suo sostegno, lโavrebbe proiettata verso palazzo Campanella.
Il finale รจ noto: una tripla delusione per la Limardo, nessun incarico, nessuna candidatura e lโappoggio elettorale promessole dirottato, almeno a parole, su Comito, il quale – bontร sua – รจ lโunico a credere alle rassicurazioni di Mangialavori.
Fratelli dโItalia, sale vuote e responsabilitร politiche
Chiuso questo capitolo e passando a Fratelli dโItalia, va osservato che, anche in questo caso, le probabilitร che un candidato vibonese possa essere eletto sono praticamente nulle, la cartina di tornasole della forza del partito nel vibonese รจ rappresentata da ciรฒ che si รจ visto nei giorni scorsi in occasione della visita di Wanda Ferro, sottosegretaria di stato e responsabile regionale di Fratelli d’Italia. Una sala desolatamente deserta, dietro le prime due file il vuoto cosmico, fatto insolito per un partito i cui simpatizzanti, in occasione di incontri con rappresentanti politici qualificati, hanno sempre riempito sale e piazze.
Vedere la Ferro parlare a Vibo ad una platea composta da pochi, anzi pochissimi, intimi ed affermare che FdI punta ad essere il primo partito in Calabria, porta da un lato a dedurre che la situazione di Vibo sia diametralmente opposta a quella del resto della regione e, dallโaltro, ad interrogarsi sulle responsabilitร . Riteniamo che esse debbano essere equamente divise tra i vertici locali del partito – che con la loro insipienza hanno fatto allontanare figure importanti che sapevano essere attrattive e creare quellโentusiasmo che oggi non esiste piรน – e la stessa Ferro la quale, nella sua veste di responsabile regionale, giร da tempo, soprattutto dopo che in occasione delle ultime comunali il partito non era riuscito neppure a completare una lista, avrebbe dovuto intervenire per correggere la rotta.
Ciรฒ posto, non รจ ozioso puntualizzare, per evitare che qualcuno rivendichi falsi meriti, che il risultato che il partito conseguirร alle regionali – come in passato รจ stato per le politiche e le europee – non ha nulla a che vedere con i vertici provinciali – il cui valore lo hanno dimostrato le ultime Comunali ed oggi lโincapacitร di riempire una semplice sala – ma sarร dovuto allโappeal di Giorgia Meloni, della stessa Wanda Ferro ed allโidealizzazione del voto che da sempre contraddistingue gli elettori del partito.
La Lega e la candidatura della Limardo
Anche la Lega non vive un momento particolarmente felice nel Vibonese e le chance di poter eleggere un esponente del territorio sono esigue e non sono certamente aumentate con la candidatura della Limardo, la quale, al di lร delle solite arrampicate sugli specchi in ordine ai propri trascorsi politici – di cui tutti perรฒ conoscono i risultati per quelli che effettivamente sono – dopo i disastri amministrativi compiuti alla guida del suo esecutivo e lโingresso nel partito di Salvini, da una parte ha perso quel poco che aveva in Forza Italia e, dallโaltra, non ha acquisito sul territorio nessuna simpatia tra gli inquilini della sua nuova casa.
Noi Moderati, l’ultima chance vibonese
Un discorso diverso va fatto per gli altri due partiti nazionali facenti parte della coalizione scesa in campo a sostegno di Occhiuto, lโUdc e Noi Moderati, nelle cui liste sono candidati i vibonesi Salvatore Bulzomรฌ e Vito Pitaro, entrambi ex consiglieri regionali.
Se per la prima formazione politica la percentuale del 3,4% attribuitale da un sondaggio pubblicato sul Corriere Della Sera relativo alle consultazioni regionali calabresi dovesse essere attendibile, essa non solo rappresenterebbe giร un successo – atteso che solo di recente ha rivoluzionato il proprio organigramma e dato una svolta alla propria posizione politica – ma nei fatti la farebbe diventare unโinterlocutrice importante per Occhiuto a prescindere dalla circostanza se raggiungerร o meno la soglia di sbarramento del 4%, necessaria per eleggere un consigliere.
Per quanto concerne invece Noi Moderati, riteniamo che sia il partito con maggiori possibilitร , nellโambito delle sigle nazionali del centrodestra, di poter eleggere un consigliere regionale vibonese. Lโunico motivo che potrebbe impedire a Vito Pitaro di ritornare in consiglio regionale sarebbe il mancato raggiungimento del quorum del 4% da parte del partito. In molti la ritengono unโipotesi concreta, noi non abbiamo le stesse certezze, nonostante vada detto che le liste depositate da Noi Moderati nelle tre circoscrizioni – tranne quella centrale, particolarmente competitiva – non sembrano alla stessa altezza.