23 Ottobre 2025
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Governatori a limite, parlamentari a vita: benvenuti nella Repubblica delle disparità

La bocciatura del terzo mandato per Vincenzo De Luca riaccende i riflettori sulle contraddizioni normative. Due pesi e due misure, democrazia a targhe alterne: chi può restare a vita, chi nemmeno candidarsi

Pittorescamente come gli accade alquanto spesso ma sempre efficacemente il
Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, nel commentare a caldo la
notizia della bocciatura del terzo mandato per il governatore pur votato dal consiglio
regionale campano
nell’esercizio della sua potestà legislativa, ha evocato la
necessità di tanti secchi di vernice per cancellare la scritta piuttosto diffusa per cui la
legge è uguale per tutti e tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge.
Insomma non è possibile per il governatore De Luca concorrere democraticamente
per una terza candidatura e possibile rielezione; sarebbe stato il popolo campano a
riconfermarlo o mandarlo in riposo. No, no per legge. Chi approva le leggi in Italia è
il Parlamento, quindi i deputati e i senatori, soggetti per i quali non esiste alcun
limite
nel numero dei mandati. Ve ne sono alcuni che hanno trascorso, alcuni la
stanno trascorrendo, tutta la vita attiva in parlamento. A migliaia di euro di
indennità ogni mese. Anche sette o otto mandati. Per i governatori – che sono tutti
eletti o non eletti direttamente dal popolo – non più di due.

Il paradosso delle Regioni con potestà legislativa

Perché? La legge non è evidentemente uguale per tutti, e si arriva ad impugnare
leggi
pur emanate ed approvate dai consigli regionali. Che, come primaria attività e
funzione, hanno la potestà legislativa. Come osano costoro? Come osano sfidare il
potere legislativo ed esecutivo centrale
? Anche il potere giudiziario diventa buon
alleato a volte.

Le barriere invisibili per le Europee

Che dire poi delle leggi che regolamentano la presenza dei partiti e delle liste in
occasione delle elezioni per il Parlamento Europeo? Anche qui leggi e leggine che
determinano esse stesse discriminazioni, diversità di trattamento, indecorose
differenze
tra italiani già in fase di presentazione degli schieramenti. Quindi già
prima del via al circo – campagna elettorale. I partiti più forti (perché già
rappresentati in parlamento europeo o in quello italiano o nei consigli regionali)
sono esentati dalla per la loro presenza elettorale dalla raccolta delle migliaia di
firme
cui sono invece tenuti, anzi sottoposti, i partiti e liste minori, quelli non già
rappresentati nei vari consessi. Per questi migliaia e migliaia di firme devono essere
raccolte
in tutte le cinque circoscrizioni e in tutte le singole regioni per ogni
circoscrizione. Dimodochè anche uno schieramento forte, fortissimo in alcune
regioni ma che non riesce nella raccolta delle firme in tutte (pensate anche in Molise
e Valle d’Aosta
) è tagliato fuori. Fuori anche dal concorrere. La sua stessa presenza è
impedita per legge.

Liste bloccate e scadenze anticipate

E non basta: mentre i partiti maggiori possono “sistemare” le loro liste, inserire o
eliminare candidati sino all’ultimo giorno utile per le presentazioni, quelli tenuti alla
raccolta delle sottoscrizioni
devono aver deciso tutte le candidature (senza
possibilità di variazioni) molto tempo prima
, già mesi prima. Rispetto all’ elenco
definitivo dei loro candidati
è infatti solo possibile la raccolta delle firme.
Raccolta delle firme particolarmente laboriosa, essendo necessaria che ogni
sottoscrizione avvenga davanti e sia certificata dai ben definiti e rari soggetti
abilitati
.

Un mondo al contrario

Roberto Vannacci prima edizione parlerebbe di mondo al contrario: infatti, invece
eventualmente di appesantire gli adempimenti per chi è già forte, si eliminano del
tutto
e in luogo della limitazione per chi è meno forte si creano ostacoli
invalicabili
.
Non è questa discriminazione per legge tra partiti, liste, cittadini, elettori?

L’esclusione prima del voto

Delle soglie poi impossibili abbiamo già detto in precedenti pezzi. In questo caso la
carneficina avviene prima di concorrere. De Luca, ad esempio, non può proprio
partecipare
, il Movimento politico Indipendenza non ha potuto partecipare: giusto
per materializzare due soli esempi tra i tantissimi elencabili.
Ha ragione Vincenzo De Luca, nuove fabbriche di vernice per coprire certe
logore affermazioni avrebbero di sicuro rilevante successo!

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