È il nome che più colpisce nella lista dei grandi esclusi. Antonio Lo Schiavo, notaio vibonese, simbolo della sinistra civica calabrese e voce libera all’interno del Consiglio regionale, non tornerà a Palazzo Campanella. Eletto nel 2021 con la lista De Magistris Presidente (2.121 voti), aveva aderito a Sinistra Italiana nel luglio 2025, diventando capolista di Alleanza Verdi e Sinistra nella circoscrizione Catanzaro-Crotone-Vibo.
Ma il destino del gruppo è segnato: AVS resta sotto la soglia di sbarramento del 4%, impedendo l’ingresso di qualsiasi candidato. Una bocciatura netta che azzera la rappresentanza della sinistra più radicale in Calabria e sancisce la fine di un ciclo politico.
Lo Schiavo, nel suo mandato, si era distinto come vicepresidente della Commissione speciale di vigilanza, portando avanti battaglie su ambiente, erosione costiera e sanità territoriale. Solo pochi giorni prima del voto, aveva compiuto un gesto simbolico: la restituzione di 60.353 euro al Consiglio regionale, fondi non spesi del Gruppo Misto. “Soldi dei calabresi che tornano ai calabresi”, aveva commentato. Un epilogo amaro per uno dei pochi consiglieri che aveva fatto della trasparenza una bandiera.
Mammoliti, il sindacalista travolto dal nuovo corso del Pd
Altro volto storico a restare fuori è Raffaele Mammoliti, 61 anni, funzionario CGIL dal 1990, rieletto nel 2021 con 6.103 voti nelle liste del Partito Democratico. Nella scorsa legislatura aveva ricoperto il ruolo di vicepresidente della Commissione Bilancio e Attività produttive, portando in aula la sua esperienza di sindacalista pragmatico e combattivo.
Ma la nuova geografia del Pd calabrese non lascia spazio ai veterani. Il partito guidato da Nicola Irto è trainato dal boom di Ernesto Alecci (quasi 11.000 voti) e dall’exploit di Giusy Iemma, vicesindaca di Catanzaro. Mammoliti paga dazio. Una sconfitta simbolica per la sinistra sociale, che perde uno dei suoi ultimi interpreti autentici.
Comito, il cardiologo sull’orlo del baratro
Tra i delusi del centrodestra c’è un nome che fino a ieri sembrava intoccabile: Michele Comito, cardiologo, presidente della Commissione Sanità e capogruppo uscente di Forza Italia. Nel 2021 era stato il più votato della circoscrizione Centro con 13.720 preferenze, diventando il volto moderato e tecnico del blocco azzurro.
Questa volta, però, aveva scelto di correre non con Forza Italia, ma nella lista civica “Occhiuto Presidente”. Un passaggio che non è bastato per garantire il bis. A superarlo nei consensi è stato Emanuele Ionà, imprenditore lametino e vicecoordinatore regionale di Forza Italia, candidato nella stessa lista.
De Nisi e Graziano, la débâcle dei riformisti
Nemmeno il centrosinistra riformista esce indenne da questa tornata elettorale. Fuori dai giochi sia Francesco De Nisi, ex sindaco di Filadelfia ed ex consigliere regionale, sia Giuseppe Graziano, altro uscente di Azione.
Non sono bastati oltre 7.000 voti a De Nisi per tornare nell’“Astronave” del Consiglio regionale. Decisivo lo strappo con Occhiuto e il successivo approdo nel campo progressista con Casa Riformista, movimento che unisce i moderati del centrosinistra. Ma la legge elettorale calabrese, con il suo complesso sistema di collegi e quozienti, ha premiato altri.
A spuntarla è stata Filomena Greco, candidata nello stesso partito, con circa 6.000 preferenze, che grazie alla ripartizione dei seggi conquista un posto in Consiglio. Imprenditrice e già sindaca di Cariati, Greco è considerata la voce dei renziani in Calabria e la nuova leader di Italia Viva. Con buona pace di De Nisi, che nella precedente legislatura era stato eletto con un boom di voti e che in questa tornata paga un consenso personale non sufficiente e una collocazione politica ancora incerta.
L’elenco degli esclusi eccellenti
La nuova assemblea legislativa calabrese sarà profondamente diversa. Tra gli esclusi figurano Katya Gentile, Caterina Capponi, Pietro Raso, Giuseppe Gelardi e Filippo Pietropaolo per la Lega e Fratelli d’Italia; Antonello Talerico per Forza Italia, Amalia Bruni, Franco Iacucci, Giovanni Muraca, Raffaele Mammoliti per il Pd; Davide Tavernise per il Movimento 5 Stelle; e Antonio Lo Schiavo per AVS.
Tra i casi più clamorosi, la mancata elezione di Wanda Ferro, sottosegretaria all’Interno e coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia, che pur con oltre 10.000 preferenze non riesce a entrare nel nuovo Consiglio e si affida a un possibile ripescaggio per rientrare dalla finestra. Stessa speranza di Enza Bruno Bossio, storica militante della sinistra calabrese, seconda nella lista del Pd nella Circoscrizione Nord.