Nella circoscrizione centrale la coalizione di centrosinistra schiera molti candidati per i quali la provincia vibonese rappresenta il principale bacino elettorale, circostanza, questa, che porterร ad una frammentazione del voto con una conseguenziale penalizzazione, pur se con incidenza diversa, per tutti gli aspiranti consiglieri regionali. Con riferimento ai tre partiti nazionali – Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle – scesi in campo a sostegno di Tridico, la situazione piรน complessa attiene al PD.
PD: Mammoliti vs Tassone, lโombra di Alecci
Infatti i due candidati di punta, Raffaele Mammoliti e Luigi Tassone, oltre a doversi confrontare con lโuscente Ernesto Alecci – il quale, pur avendo la propria roccaforte elettorale nel soveratese, รจ riuscito a creare un proprio caposaldo allโinterno del consiglio comunale di Vibo ed a radicarsi sullโintero territorio provinciale – saranno costretti a battagliare tra di loro, attraverso un porta a porta senza esclusione di colpi, per ottenere quel voto in piรน che, nel caso in cui nella circoscrizione centrale il PD dovesse conquistare due seggi, gli consentirebbe di prevalere sullโaltro, nella comune speranza che Amalia Bruni, Giusy Iemma ed Elisabeth Sacco, candidate tutte collegate con Alecci, non facciano ad entrambi una brutta sorpresa.
Liste collegate e satellite: Soriano e Miceli
A complicare ulteriormente le cose per Mammoliti e Tassone cโรจ anche la circostanza che nella lista satellite del PD โDemocratici Progressistiโ รจ candidato Stefano Soriano, potente assessore del Partito Democratico al comune di Vibo, il quale certamente non starร a guardare, rischiando una figura poco consona al ruolo che ricopre. Volente o nolente, lโassessore il suo pacchetto di voti lo vorrร conquistare, e, siccome in politica difficilmente si assiste al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, รจ chiaro che tutto ciรฒ che avrร Soriano non sarร disponibile per i due contendenti. Lo stesso discorso puรฒ essere fatto in relazione allโaltro assessore del comune capoluogo, quel Marco Miceli che, pur candidato con i Cinquestelle, pescherร anche tra gli elettori del PD, partito nel quale ha in passato militato e nel quale ancor oggi il di lui padre ricopre un ruolo di primaria importanza. Stando cosรฌ le cose, soprattutto se dovesse essere confermato alla guida della regione Occhiuto, diventa un compito veramente improbo per i due candidati vibonesi varcare la soglia di palazzo Campanella.
I limiti del PD vibonese
Ciรฒ posto, appaiono in tutta la loro evidenza i soliti limiti del PD vibonese, incapace di sedersi intorno ad un tavolo e far prevalere la ragione e gli interessi territoriali su quelli dei singoli, nella fattispecie Mammoliti e Tassone, col risultato di presentarsi agli elettori con due candidati di sesso maschile destinati a porre in essere una guerra fratricida, con il concreto rischio di lasciare il territorio senza rappresentanza.
La strategia di Alecci
Il tutto ad evidente vantaggio di Alecci, il quale invece, con molta arguzia – anche se per la veritร non ne occorreva molta โ nella fase di composizione delle liste, invece di creare guerre intestine, ha mescolato le carte in modo tale da poter realizzare un patto di reciproco sostentamento con le varie Bruni, Iemma e Sacco.
AVS: la corsa di Antonio Lo Schiavo
Molto diversa la posizione del consigliere uscente Antonio Lo Schiavo, candidato con Alleanza Verdi e Sinistra, le cui possibilitร di successo appaiono molto piรน consistenti. Intanto non รจ impegnato in lotte intestine sul territorio provinciale, essendo il suo piรน qualificato antagonista il catanzarese Gianmichele Bosco, e, dโaltro canto, vi รจ anche lโimpegno profuso dai banchi dellโopposizione per il territorio, in quanto sempre presente ed attento su tutte le tematiche e problematiche vibonesi, circostanza, questa, che ha alzato il suo indice di gradimento personale tra i cittadini, al di lร delle diverse convinzioni politiche.
Il punto รจ se gli elettori piรน vicini ideologicamente ad Alleanza Verdi e Sinistra sapranno fare quadrato intorno al candidato del territorio, come avviene in altre realtร , oppure prevarrร ancora una volta quella specie di marchio di fabbrica tutto vibonese, consistente nella penalizzante dispersione del voto in mille rivoli. In ogni caso riteniamo che, alla luce degli eventi regionali, si siano create le condizioni favorevoli affinchรฉ, nella circoscrizione centrale, AVS possa eleggere un consigliere. Infatti la sancita incandidabilitร di Mimmo Lucano e la conseguente esclusione dalle liste delle circoscrizioni nord e sud, inevitabilmente le ha depotenziate, non essendo certamente in grado Donatella Di Cesare, lโaltra candidata simbolo, di sopperire allโassenza del primo.
M5S: prospettive ridotte
Cโรจ invece poco da dire in ordine alla lista del Movimento 5 Stelle: le possibilitร che il vibonese possa avere un rappresentante in consiglio regionale appaiono meno che nulle, il partito non ha i numeri per assegnare a Marco Miceli un minimo barlume di speranza, e di questo riteniamo che il diretto interessato sia il primo ad esserne consapevole.
Casa Riformista: la carta Francesco De Nisi
Chiuso il capitolo dedicato ai partiti nazionali che, nella coalizione di centrosinistra, sono scesi in campo col proprio simbolo, lo spazio va dedicato a quei candidati vibonesi che, per motivi diversi, quel simbolo non lo hanno potuto utilizzare e si sono presentati ai nastri di partenza con lโinsegna di Casa Riformista. Tra di essi la punta di diamante รจ rappresentata dal consigliere uscente di Azione ed ex presidente della provincia – quando essa era un ente importante – Francesco De Nisi, il quale, tra gli aspiranti consiglieri regionali vibonesi – insieme a Lo Schiavo, anzi forse un gradino sopra – รจ quello con le maggiori possibilitร di successo. A tal fine bisogna tener conto di un dato di fatto
Il dato consolidato: preferenze e bacino nel lametino
consolidato, dal quale emerge che, nelle precedenti tornate per il rinnovo del consiglio regionale, sia quando non รจ risultato eletto sia in occasione del suo ingresso a palazzo Campanella, ha conseguito un imponente consenso elettorale oscillante tra le otto e diecimila preferenze, distribuito sul territorio delle tre province costituenti la circoscrizione centrale, con punte particolarmente rilevanti nel lametino. Questโultimo aspetto limita nei suoi confronti gli effetti deleteri di quellโinevitabile spargimento di sangue che invece caratterizzerร la lotta per un posto al sole tra gli altri candidati vibonesi i quali, al contrario, hanno in questo territorio provinciale il nucleo essenziale del proprio elettorato.