23 Ottobre 2025
19.6 C
Calabria
Banner Calabria 7

Ingroia al Festival del Sud di Vibo: “La ’ndrangheta domina perché ha goduto per anni di distrazioni e collusioni” (VIDEO)

L’ex procuratore aggiunto di Palermo ospite della rassegna letteraria vibonese: "Oggi sembra che si voglia regolare i conti con la magistratura, invece che con le mafie"

L’ex magistrato antimafia e oggi avvocato Antonio Ingroia, già procuratore aggiunto a Palermo e componente del pool antimafia voluto da Paolo Borsellino, è stato ospite del Festival del Sud, la rassegna organizzata dall’associazione Valentia al Valentianum di Vibo Valentia. Davanti a una platea gremita, Ingroia ha ripercorso i momenti più intensi della sua carriera in magistratura, dalle indagini sulle stragi di Capaci e Via D’Amelio alla controversa inchiesta sulla Trattativa Stato-Mafia.

«Sono rimaste le verità processuali consacrate in sentenze definitive – ha spiegato Ingroia – che hanno dimostrato che la mafia non è soltanto un fenomeno criminale, ma un sistema che collude con la politica e pezzi deviati delle istituzioni. È rimasta la dimostrazione che ci sono i cosiddetti servizi segreti deviati, con nomi e cognomi, e la prova del patto scellerato, quello del papello».

Il “papello” e la Trattativa Stato-Mafia

Ingroia, che ha coordinato le indagini sulla Trattativa Stato-Mafia, ha ricordato i momenti di tensione istituzionale che segnarono quella stagione giudiziaria. «Il motivo per cui ho lasciato la magistratura – ha spiegato – è nato proprio da quell’indagine. Ci fu uno scontro dentro le istituzioni, con la presa di posizione del capo dello Stato di allora, Giorgio Napolitano, che entrò in guerra con la Procura di Palermo. Quello determinò il nostro isolamento: contro di noi si rivoltò non solo la politica, ma anche buona parte della magistratura».

Alla domanda se la Trattativa ci sia stata davvero, l’ex pm risponde senza esitazioni: «Certo che c’è stata. Sicuramente Marcello Dell’Utri fu uno degli artefici di quella stagione, uno dei protagonisti. Ce ne sono stati altri, ma non tutti sono stati individuati. Si è accertato il fatto, ma non tutte le responsabilità personali».

«Lo Stato fece un passo indietro»

L’ex procuratore aggiunto ha poi collegato la sua scelta di abbandonare la toga al clima politico e istituzionale di quegli anni. «C’è stato un progressivo passo indietro dello Stato. Io ho capito allora che se non si cambia la politica, non si può rivelare la verità fino in fondo. Ecco perché decisi di impegnarmi in politica: ma anche lì trovai ostacoli enormi. E quando finì quella stagione, non ritenni giusto tornare in magistratura. Sono contrario alle porte girevoli tra politica e giustizia». Oggi, rivela, non esclude un ritorno sulla scena politica: «Probabilmente ci sarà un mio nuovo impegno – anticipa – perché credo che solo la politica possa cambiare le cose».

Dalle stragi alla crisi della magistratura

Ingroia, che ha lavorato fianco a fianco con Falcone e Borsellino, ha ricordato con amarezza il clima degli anni successivi alle stragi. «È cambiato molto, e purtroppo in peggio. Sono rimasti pochi magistrati con la schiena diritta. C’è stata una omologazione dei vertici giudiziari, molti altri sono stati fatti fuori in un modo o nell’altro. Abbiamo fatto tanti passi avanti negli anni Novanta, ma poi è iniziata una parabola discendente».

Secondo l’ex pm, la magistratura di oggi «ha perso parte del suo spirito originario», quello che animava il pool antimafia: «Io non considero la mia uscita una sconfitta – ha sottolineato – ma un cambio di ruolo. Ho continuato a lottare da un’altra parte».

«Borsellino? Una strage di Stato»

Parlando della strage di Via D’Amelio, Ingroia è netto: «Possiamo dire che lo Stato ha una responsabilità. Non abbiamo tutti i nomi e i cognomi, ma c’è stata una strage di Stato. Anni dopo si è dimostrato che vi fu un depistaggio di Stato, e a guidarlo fu addirittura chi indagava sulla strage».

Il riferimento è al questore Arnaldo La Barbera, capo del gruppo investigativo che condusse le prime indagini. «È rimasto accertato – spiega Ingroia – che vi fu un depistaggio organizzato, con responsabilità dentro le istituzioni. Purtroppo la giustizia è arrivata troppo tardi. E non so se la verità si scoprirà mai fino in fondo».

Il messaggio a Nicola Gratteri

Dalla Sicilia alla Calabria, Ingroia guarda con rispetto all’attività del procuratore di Napoli Nicola Gratteri, per anni alla guida della Dda di Catanzaro. «Non ha bisogno di consigli – dice –. Gratteri sa come andare avanti e sta andando avanti tra mille difficoltà. Il consiglio principale è di fare squadra. Temo che sia un po’ solista. Ma per vincere la battaglia contro le mafie servono magistrati, avvocati e politici perbene»

«La ‘ndrangheta è oggi la mafia più potente»

Ingroia ha tracciato un quadro severo ma realistico dell’attuale scenario mafioso. «La ‘ndrangheta – ha detto – è oggi la mafia più potente. Ha goduto di anni di distrazione e collusione, è una mafia finanziaria che non ha subito gli stessi colpi di Cosa Nostra. Sarà sconfitta solo quando tornerà a essere considerata una emergenza nazionale, ma oggi non lo è più». E conclude con una riflessione amara: «Oggi sembra che si voglia regolare i conti con la magistratura, invece che con le mafie».

ARTICOLI CORRELATI

RUBRICHE

La sezione investigativa di C7. Una finestra sui casi più scottanti: dossier, reportage inediti, retroscena giudiziari sulla ‘ndrangheta e sul potere oscuro che muove la Calabria.

Approfondimento critico sulle problematiche calabresi, con denunce sociali, reportage d’impatto e analisi autentiche di eventi.

Rubrica bisettimanale per semplificare concetti di finanza personale, orientando scelte consapevoli.

Analisi politica oggettiva di temi locali, regionali e globali, decodificando strategie, poteri e dinamiche complesse.

Questa sezione si occupa di analisi sul quadro politico regionale, con interviste ai protagonisti della scena pubblica.

Racconti autentici di Calabria, tra tradizioni, personaggi, luoghi, eventi straordinari, per valorizzare cultura e resilienza del territorio.

Rubrica dove si analizzano le tecniche e strategie con focus su Cosenza e Catanzaro, scritta dall’esperto Michele Marturano.