Anche l’AVS, che non è un acronimo commerciale ma la sigla di una forza politica di sinistra, potrebbe essere interessata a proporre un candidato da opporre a Roberto Occhiuto.
Scomponendo l’acronimo AVS viene fuori la sua composizione: i Verdi, che furono di Alexander Langer e Grazia Francescato, ma anche di Alfonso Pecoraro Scanio, e la sinistra erede del grande Pci rimasta in piedi.
Più che vincere, serve rappresentare
Essi, nel momento in cui dovranno far parte della coalizione che contrasterà il presidente dimissionario e auto-(ri)candidato, hanno buone carte in mano, non per vincere, che sarebbe cosa assai difficile, visto, come diceva il catanzarese Bernardino Grimaldi: «che la matematica non è un’opinione», ma per affermarsi e portare all’assemblea regionale gente alfabetizzata in grado di parlare, ragionare e opporsi. E, quindi, gettare le basi a futura memoria.
No a Lucano, sì a Lo Schiavo o Stasi
Non Mimmo Lucano, che non appare uomo per tutte le stagioni, ma, per esempio, il notaio Antonio Lo Schiavo di Vibo Valentia o Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano. Siamo solo agli inizi, e non sappiamo quale criterio di scelta sarà praticato dai decisori romani, ma il passato, recente e non, avrà insegnato pur qualcosa.
Il Pd senza carte e il rebus 5 Stelle
Il Pd, che, al momento, non ha buone carte in mano dovrebbe piuttosto curare i collegi per guardare al futuro. Cos’è rimasto della forza elettorale degli ex grillini? Domanda da un milione di dollari.
Destra avvisata, mezza salvata
I presunti vincitori, destra e dintorni, devono guardarsi le spalle dalle imprevedibili imboscate e dalla fisiologica sicumera. Residuano le mosche cocchiere, che sono impastate di velleità, ma pur sempre registrano consensi a macchia di leopardo. Non ci siamo dimenticati di Nicola Gratteri, che oggi appare come l’Araba Fenice. Le opinioni sono fatte per essere smentite, ma non per questo sono campate in aria.