29 Ottobre 2025
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Ponte sullo Stretto, l’ultimatum del ministro Salvini: “Nessuno tiri il freno a mano”

L'attenzione focalizzata sulla riunione della Corte dei Conti. L'organo è chiamato a decidere sulla delibera del CIPE che impegna 13,5 miliardi per la realizzazione dell'opera

Matteo Salvini ha espresso la sua speranza che, nelle prossime ore, “lo Stato dimostri di essere Stato e quindi che tutti ambiamo a creare lavoro, occupazione, modernità, velocità, sicurezza e che nessuno invece tiri il freno a mano”. L’affermazione era un chiaro riferimento alla riunione in corso delle sezioni della Corte dei Conti, chiamate a esaminare la delibera CIPE sul finanziamento del Ponte.

Il Ministro ha sottolineato che tecnici di “mezzo governo” erano impegnati in quel momento con la Corte dei Conti per stabilire se l’Italia potesse realmente “scommettere sul futuro” e ambire a essere la numero uno dal punto di vista infrastrutturale e di innovazione tecnologica.

L’impatto strategico del Ponte e la rete europea

Salvini ha insistito sulla visione strategica dell’infrastruttura, cercando di superare la percezione localistica del progetto.

“Il Ponte sullo Stretto non collega Messina a Villa San Giovanni, ma collega Palermo, Reggio Calabria, Roma, Milano, Monaco di Baviera, Berlino, Copenhagen, Helsinki, Stoccolma,” ha ricordato il Ministro, evidenziando come l’opera sia un “unicum” che connetterebbe il Nord Europa alle coste siciliane. Salvini ha manifestato l’intenzione di far partire i cantieri già dal prossimo mese di novembre.

Il contesto ferroviario e la critica al Green Deal

L’intervento del vicepremier è avvenuto nell’ambito dell’attivazione di un importante lotto ferroviario. Salvini ha ringraziato le 11 imprese, i 250 operai, i tecnici e gli ingegneri che hanno lavorato all’attivazione della linea ferroviaria Bicocca-Catenanuova, definendolo un “grande lavoro di squadra”.

A margine delle questioni infrastrutturali locali, il Ministro ha espresso una forte critica alle politiche ambientali europee, definendo una “follia” e una “idiozia” il Green Deal che prevede la messa fuori produzione dei motori endotermici e delle auto, camion, benzina e diesel dal 2035. Tale misura, secondo Salvini, è “black“, e non green, in quanto porterebbe a crisi, licenziamenti e un aumento dell’inquinamento.

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