Due medici cubani hanno lasciato le strutture sanitarie di Vibo Valentia, facendo emergere nuovi interrogativi sull’intera operazione “Cuba” voluta dal presidente della Regione Roberto Occhiuto. A sollevarli è Mimmo Tallini, già presidente del Consiglio regionale, che in un comunicato stampa torna a chiedere “verità, trasparenza e rispetto delle leggi italiane”.
“Avevamo chiesto al presidente Occhiuto una parola di verità – afferma Tallini – per spiegare ai calabresi dove vanno a finire le risorse destinate all’operazione Cuba e soprattutto per smentire l’infamante accusa di moderno schiavismo rivolta da alcune associazioni internazionali contrarie al regime castrista”.
I dubbi sui compensi: “1.200 euro ai medici, il resto a L’Avana?”
Secondo quanto denunciato, i medici cubani ingaggiati in Calabria percepirebbero solo una minima parte delle ingenti somme versate dalla Regione. Il resto andrebbe al regime cubano. “Forse i due medici cubani in servizio a Vibo hanno preferito andarsene perché non sopportavano più di dover versare 2.500 euro al mese a L’Avana, trattenendone per sé solo 1.200?” si chiede Tallini. Ma la risposta non è arrivata da Occhiuto. Bensì da una realtà del tutto inattesa: un’associazione di amicizia italo-cubana.
L’associazione “Sierra Maestra” e i dati riservati
“Il presidente Occhiuto ha preferito non rispondere. Lo ha fatto, al suo posto, un’associazione di amicizia italo-cubana, ‘Sierra Maestra’, snocciolando dati sensibili che dovrebbero essere custoditi solo dal Dipartimento della Salute della Regione e che invece si trovano, non si sa come, in possesso di questo sodalizio straniero”.
Tallini definisce il fatto “gravissimo” e pone due domande chiare: “In che modo ‘Sierra Maestra’ è riuscita ad entrare in possesso di dati sensibili della sanità calabrese? Ha avuto un’autorizzazione dai Dirigenti del Dipartimento o si è verificata una violazione dei sistemi informatici regionali?”.
“Quell’associazione controlla forse, in modo diretto o indiretto, l’attività dei medici cubani? Sarebbe un’ingerenza inaccettabile, che metterebbe a rischio la nostra sovranità sanitaria”.
Partecipare o effettuare? La differenza che cambia tutto
Nel comunicato, “Sierra Maestra” ha reso noti numeri impressionanti: “I medici cubani avrebbero partecipato a 104.520 visite mediche, 7.103 interventi chirurgici, 771 parti e oltre 12.000 radiografie, oltre a migliaia di esami diagnostici e cardiologici”.
Ma Tallini sottolinea un punto dirimente: “C’è una differenza abissale tra ‘partecipare’ ed ‘effettuare’. Se i medici cubani hanno solo partecipato, significa che hanno assistito i colleghi italiani, senza essere protagonisti diretti. In quel caso, la Regione avrebbe pagato milioni per un costoso tirocinio”.
E aggiunge: “Solo il Dipartimento della Salute può chiarire se i medici hanno effettuato in prima persona gli interventi. Così come va chiarito se i contratti prevedano compensi omnicomprensivi o pagamenti a prestazione, come sembrerebbe suggerire il comunicato”.
Dignità dei lavoratori e vigilanza ispettiva
Per Tallini, il problema è anche etico e giuridico. “L’associazione ‘Sierra Maestra’, più che elencare numeri, dovrebbe preoccuparsi della dignità dei propri connazionali. Hanno le stesse tutele e gli stessi compensi dei medici italiani? Fanno gli stessi turni e ricevono un giusto salario?”.
E poi un appello alle istituzioni: “L’Ispettorato Regionale del Lavoro deve intervenire. Se non ha già effettuato verifiche approfondite, saremmo di fronte a una grave omissione”.
Una proposta politica: assumere giovani medici calabresi
Tallini chiude il suo intervento con una proposta concreta: “Occorre porre fine a questa parentesi e assumere un migliaio di giovani medici calabresi. Hanno il diritto sacrosanto di lavorare nella loro terra. Entro il 2027, l’esperimento cubano costerà oltre 150 milioni di euro. Con quei fondi quanti ragazzi calabresi avremmo potuto assumere?”. Una domanda che brucia. E a cui la politica calabrese non può più sottrarsi.










