28 Ottobre 2025
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Occhiuto snobba Perfidia, Antonella Grippo lo inchioda: “Un presidente forte non rifugge il confronto”

La giornalista racconta i retroscena della mancata intervista e si sfoga dopo il rifiuto del governatore di partecipare al suo programma, preferendone un altro nazionale: “Scelta debole. Da lui non mi aspetto più nulla”

C’è rimasta male Antonella Grippo, sul piano professionale certo, ma anche su quello umano, per nulla secondario. Venerdì aveva offerto la sua seguitissima Perfidia al presidente della Regione Calabria, il quale, in collegamento video, si era scusato con lei e con gli spettatori, dicendo che non avrebbe potuto rispondere alle domande sulla vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto, per ragioni di strategia giudiziaria. Occhiuto, però, ieri ha comunicato urbi et orbi che sarà ospite in un programma nazionale, destando sconcerto e amarezza in una riconosciuta professionista della scena giornalistica calabrese, e non solo.

Roberto mi conosce sin dai tempi di Ten – commenta Antonella Grippo – mi tenne a battesimo in tv con il mio fortunato ‘Il posto delle fragole’, sapeva benissimo che a Perfidia avrebbe trovato domande cazzute, che non gli avrei risparmiato nessuna obiezione, ma sapeva e sa che la mia non è un’arena di giustizialisti, bensì un momento di confronto schietto e franco. Se avesse deciso di rispondere alle mie domande, avrebbe reso un servizio ai calabresi più che un favore giornalistico a me, invece ha preferito trincerarsi dietro chi gli aveva suggerito di non rispondere, salvo in seguito accettare la partecipazione ad un altro programma…

– Lo inviterai di nuovo?

“No, non ci penso proprio, non gli concederò un altro giro di valzer. E poi a ottobre punto ad intervistare come minimo Giorgia Meloni.”

– Antonè, io però te lo avevo detto che la comunicazione del Presidente non è attualmente un granché, malgrado alcuni nostri colleghi provincialotti e tamarri ne siano infatuati. Ti senti discriminata?

“Ma figurati, io non devo dimostrare nulla a nessuno, faccio talk in tv da una vita, porto ascolti che in molti si sognano e credo di essermi conquistata il rispetto del mondo istituzionale e giornalistico italiano. Sai che c’è? Sono rimasta sorpresa dalla repentinità del cambio di strategia del presidente della Regione, non vorrei si fosse fatto influenzare da qualche consigliore privo delle più elementari cognizioni in fatto di comunicazione pubblica. Vedi, Ugo, il Roberto che conoscevo io la puntata di Perfidia a lui dedicata se la sarebbe divorata, l’avrebbe affrontata con animo leonino, invece ha rifiutato il confronto, peraltro con una socialista garantista quale io sono, mica con un manettaro mediatico. Dispiace, ma più per lui che per me. Certe scelte accrescono l’idea di un presidente debole.”

– Alla fine dell’ennesimo fortunato ciclo di Perfidia, ti resta la consapevolezza di aver regalato momenti di talk epici e altamente formativi per la qualità della materia umana che hai portato in onda.

“Gli ascolti, non io, dicono che Perfidia è stata un trionfo di seguito televisivo in un momento in cui la politica non avvince e non convince. Io c’ho messo il mio bagaglio di conoscenze e il vizio della libertà assoluta, e in ciò sono stata appoggiata e sostenuta da l’editore Mimmo Maduli, che ringrazio pubblicamente, insieme alle straordinarie maestranze tecniche messe a mia disposizione e ad alcuni colleghi che hanno colto il valore del prodotto andandone fieri.”

– Non tutti ne sono andati fieri, però…

“E chi se ne frega, Ughignolo, io continuerò a fare il mio gioco, che è vincente e piace, altri continueranno a cimentarsi con l’esercizio della fegatosità.
In tempi non sospetti ho intervistato, in esclusiva per il Sud, Silvio Berlusconi; Salvini è di casa e si è sottoposto anche al rito dell’inginocchiatoio, Matteo Renzi mi ha regalato un siparietto epico, Giuseppe Conte, che più volte è stato da me, ha anticipato a Perfidia il discorso che avrebbe tenuto in parlamento sul caso Scutellà.
Senza contare le partecipazioni di Massimo Cacciari, Marcello Veneziani, Giordano Bruno Guerri, Luciano Canfora, Paolo Crepet, Dacia Maraini, Casini e tutti i protagonisti della vita politica nazionale sentiti nello studio romano della tv. Tutto questo ha fatto di Perfidia un punto di riferimento del dibattito politico nazionale. E poi, la libertà paga e appaga, come dimostra anche la direzione illuminata di Calabria7 di Mimmo Famularo.”

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