Nuovo capitolo nello scontro politico sul Ponte sullo Stretto. A intervenire è il Movimento 5 Stelle, che critica duramente la decisione di trasferire la gestione del dossier direttamente a Palazzo Chigi, dopo lo stop della Corte dei Conti alla delibera del Cipess relativa all’opera. Secondo il M5S, il cambio di regia sarebbe il tentativo del Governo di aggirare le difficoltà tecniche e procedurali che hanno finora rallentato il progetto.
La posizione dei pentastellati
A esprimere la linea del Movimento è Daniela Morfino, capogruppo M5S in Commissione Ambiente-Infrastrutture alla Camera.
“Gli errori marchiani inanellati da Salvini e dal carrozzone rimesso in piedi da lui stesso, culminati nell’altolà della Corte dei Conti, speravamo potessero far riflettere Giorgia Meloni sull’opportunità di andare avanti in questa avventura così sgangherata e accidentata”, dichiara Morfino.
La deputata sottolinea come, per arrivare a questo punto, “il Governo abbia dovuto fare poltiglia delle procedure, mettendo il Paese davanti al rischio di procedure d’infrazione UE e senza aver chiarito i nodi finanziari e tecnici dell’opera”.
“Con il trasferimento a Palazzo Chigi non si cambia rotta”
Per Morfino, lo spostamento del dossier rappresenterebbe solo un tentativo di contenere l’impatto politico delle criticità emerse: “Siccome l’inettitudine di Salvini è ormai talmente palese da mettere in crisi il Governo, il dossier ‘Ponte’ trasloca a Palazzo Chigi. Con la farsa si va avanti, con buona pace di siciliani e calabresi, uniche vittime di tanta incapacità”.
Il contesto: trasporti e manovra economica sotto osservazione
La deputata richiama inoltre le condizioni della mobilità nel Mezzogiorno e il dibattito sulla manovra: “Oggi assistiamo ogni giorno al calvario dei treni, mentre al Senato si discute una legge di bilancio che definanzia opere davvero cruciali. Che obbrobrio”, conclude.




