Il futuro del Ponte sullo Stretto di Messina si complica. La Corte dei Conti ha deciso di deferire all’organo collegiale la delibera Cipess 41/2025, con la quale il Governo aveva approvato il progetto dell’opera. Una mossa che sospende, di fatto, l’iter in corso in attesa della decisione prevista per il 28 ottobre.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, interpellato a margine di un evento elettorale a Padova, ha commentato con prudenza: “La Corte dei Conti fa i suoi controlli e prende le sue decisioni. Evidentemente ha ritenuto di andare al collegio per la decisione, quindi il 28 vedremo.”
Il titolare del Mef ha aggiunto che “il lavoro del Mit e del Dipartimento di Programmazione Economica di Palazzo Chigi è stato complesso, ma se ci saranno aspetti da perfezionare, si perfezioneranno”.
La Cgil: “Decisione che conferma le nostre denunce”
Ben più dura la reazione della Cgil, che legge nella mossa della magistratura contabile la conferma dei rilievi sollevati sin dall’inizio. “La decisione dell’Ufficio della Corte dei Conti di chiedere il deferimento all’Organo collegiale – afferma il segretario confederale Pino Gesmundo – conferma i punti che avevamo segnalato anche alla Commissione europea, relativi a chiare e gravi incongruenze procedurali rispetto alla normativa vigente.”
Per Gesmundo, il Governo non può trattare “il rispetto delle leggi e delle procedure come un dettaglio secondario”, ma come “un principio sostanziale, sancito dalla Costituzione, nell’impiego di risorse pubbliche”.
Sindacato all’attacco: “Progetto sbagliato e dannoso, va ritirato”
Il dirigente della Cgil non usa mezzi termini: “Invece di annunciare l’avvio imminente dei lavori, il Governo dovrebbe ritirare un progetto sbagliato e dannoso per il Paese e aprire un confronto vero su come costruire un sistema infrastrutturale efficiente per Calabria e Sicilia.”
Proseguire su questa strada, avverte Gesmundo, significherebbe “esporsi a danni e sprechi per i quali i responsabili saranno chiamati a rispondere politicamente e amministrativamente”.
La Cgil in piazza: “Meglio investire in infrastrutture reali”
La polemica arriva alla vigilia della manifestazione nazionale della Cgil, in programma a Roma contro la manovra economica. “Domani – ricorda Gesmundo – saremo in piazza contro una legge di bilancio fatta di tagli e sacrifici per un importo equivalente ai fondi accantonati per il Ponte sullo Stretto.”
Il sindacato rilancia un messaggio chiaro: con la fine del PNRR nel 2026, sarebbe “più responsabile destinare queste risorse a politiche industriali e infrastrutturali concrete, che sostengano davvero la crescita del Paese”.




