27 Ottobre 2025
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Proclamazione e giunta-lampo, gli ultimi nodi da sciogliere. Occhiuto e gli alleati chiudono il cerchio: tutto in sette giorni?

Calabrese verso la vice presidenza, Mancuso ago della bilancia tra Presidenza del Consiglio e un super assessorato. Sullo sfondo restano in “sospeso” Bevilacqua, Raso e Sarica. Ecco perchè

Lo schema, ormai quasi definitivo, ricalca un equilibrio politico già collaudato ma con alcune sorprese. Giuseppe Calabrese dovrebbe essere nominato vicepresidente della Regione Calabria e Fratelli d’Italia sarà doppiamente rappresentata in Giunta con l’ingresso di Antonio Montuoro, promosso da consigliere semplice ad assessore di peso. Via libera così agli ingressi di Filippo Pietropaolo e Daniela Iriti nel ruolo di consiglieri supplenti.
Confermatissimo l’azzurro Gianluca Gallo, che manterrà il proprio posto in Giunta per Forza Italia, ormai perno centrale della coalizione di governo regionale.

Succurro e Caracciolo: il duello “rosa” nella nuova squadra

Sul fronte femminile, la partita resta apertissima. In pole position la presidente della Provincia di Cosenza Rosaria Succurro, figura di punta del centrodestra calabrese, destinata — salvo sorprese — a una delle due postazioni femminili.
L’altra casella dovrebbe spettare a Noi Moderati, con un nome probabilmente crotonese, ma il deputato Francesco Cannizzaro, coordinatore regionale degli Azzurri, spinge con forza per la riconferma di Maria Stefania Caracciolo, già assessora e vicina all’area forzista reggina. Se non entrerà ora potrebbe farcela al prossimo giro quando la giunta si allargherà da 7 a 9 postazioni.

Gli equilibri della coalizione: 3 Forza Italia, 2 FdI, 1 Lega

La ripartizione delle poltrone è chiara: tre assessori per Forza Italia (compreso l’esponente che rappresenterà la lista Occhiuto Presidente), due per Fratelli d’Italia e uno per la Lega. Il Carroccio, tuttavia, non intende restare a guardare. Chiede pesi specifici maggiori e punta alla Presidenza del Consiglio regionale, dove il nome di Filippo Mancuso resta in bilico tra una riconferma (richiesta principale) e un possibile ingresso in Giunta con deleghe pesanti, tra cui Lavori Pubblici e Infrastrutture.
Una decisione che cambierebbe radicalmente gli equilibri interni e aprirebbe la strada a nuovi ingressi in Consiglio.

Raso o Bevilacqua, la partita dei ripescaggi

Se Mancuso dovesse entrare in Giunta, scatterebbe infatti il ripescaggio del primo dei non eletti nella lista della Lega: Giampaolo Bevilacqua oppure Pietro Raso, quest’ultimo già consigliere regionale uscente e autore di un ricorso per il riconteggio dei voti. Tra i due ballano pochissime preferenze ed è in atto una partita supplementare che potrebbe aprire le porte di consigliere supplente a uno dei due.

L’ipotesi Mattiani e il ritorno di Sarica, uomo di Scopelliti

Ma non tutti puntano sullo scenario “Mancuso in Giunta”. C’è chi spinge per una soluzione alternativa: Mattiani assessore, Mancuso riconfermato alla Presidenza del Consiglio. A sostenerla non sono solo i fedelissimi del presidente del Consiglio uscente, ma anche i sostenitori di Franco Sarica, primo dei non eletti nella lista della Lega nella circoscrizione Sud. La promozione di Mattiani aprirebbe infatti la porta al ripescaggio di Sarica in Consiglio regionale, un ritorno fortemente sponsorizzato da Giuseppe Scopelliti, ormai sempre più proiettato nell’orbita leghista. Un segnale politico tutt’altro che marginale visto che a Reggio Calabria si voterà nel 2026 e la corsa è già partita con una sfida muscolare che si sta giocando, per il momento dietro le quinte, tra Forza Italia e Lega per l’indicazione del candidato sindaco del centrodestra.

In attesa del verdetto della Corte d’Appello

Sul fronte delle proclamazioni, la Corte d’Appello — secondo quanto trapela — non dovrebbe stravolgere i risultati già pubblicati da Eligendo. Un verdetto “pilatesco” che garantirebbe due seggi a Noi Moderati, con Vito Pitaro e Giuseppe Rosa confermati in Consiglio regionale, grazie a un quorum superato per un soffio.
Chi resta fuori potrà solo ricorrere al Tar, e in ultima istanza al Consiglio di Stato, ma la partita politica, almeno per ora, sembra chiusa.

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