C’è un paradosso che resiste da anni e che riassumiamo in un dossier che riepiloga le spese istituzionali del 2025: la Calabria, tra le regioni più povere d’Italia per reddito pro capite e tasso occupazionale, mantiene una delle classi politiche più costose del Paese.
Non solo per gli stipendi diretti di assessori e consiglieri, ma per l’enorme apparato che ruota attorno a loro: staff, segreterie, consulenti, autisti, portavoce e vitalizi. Una macchina che, tra stipendi e gettoni, costa ai contribuenti oltre 50 milioni di euro all’anno. A fronte di ospedali che chiudono, trasporti inesistenti e giovani costretti a emigrare, il bilancio del potere politico calabrese somiglia sempre più a quello di una società partecipata di Stato.
Gli stipendi più alti
Il presidente della Regione Roberto Occhiuto percepisce 212.316 euro lordi all’anno, di cui 118.716 euro esentasse. Un trattamento identico a quello del presidente del Consiglio regionale, che guida l’assemblea legislativa da Palazzo Campanella. Poco sotto, i vicepresidenti e i questori si fermano tra 179 e 194mila euro, mentre i consiglieri semplici guadagnano 145.642 euro lordi, con 84.444 euro netti perché non tassati.
Le cifre, tratte dalla nostra ricerca sulle spese politiche, mostrano che il 54% degli emolumenti percepiti dai rappresentanti regionali è esentasse. Tradotto: più della metà dei compensi arriva direttamente “pulita” sul conto corrente, senza trattenute fiscali.
Assessori extralarge e strutture speciali
La legge regionale n. 122 dell’8 agosto 2025, in attuazione delle norme nazionali, porterà gli assessori da 7 a 9, con un incremento automatico dei costi. Ognuno di loro, sia interno che esterno alla Giunta, guadagna 194.568 euro annui, di cui 109mila netti.
Ma lo stipendio è solo la punta dell’iceberg. Ogni assessore dispone infatti di una struttura speciale composta da segretario particolare, collaboratori e autista, con un costo complessivo di oltre un milione di euro all’anno per l’intero esecutivo.
Nella Cittadella regionale di Catanzaro, sede del governo calabrese, trovano posto 48 persone tra segretari, autisti e componenti di staff, con stipendi che oscillano da 33mila a 40mila euro l’anno per i collaboratori esterni, fino a 37mila per gli autisti. Solo per le segreterie della Giunta, la spesa annua stimata è 991.309 euro, a cui si sommano i costi del personale interno già a carico dell’amministrazione.
Il Consiglio regionale: indennità e “ministrutture”
Al Consiglio regionale la musica non cambia. Oltre ai 30 consiglieri eletti, la struttura politica si regge su 194 unità di staff, distribuite tra collaboratori esperti, segretari particolari, tecnici, autisti e responsabili amministrativi. Il costo complessivo è 5.726.569 euro l’anno, senza contare i fondi destinati ai gruppi consiliari.
Ogni consigliere dispone di una “ministruttura personale” composta da cinque figure: collaboratore esperto, segretario particolare, responsabile amministrativo, tecnico di supporto e autista. Ciascuna ministruttura costa in media 300mila euro l’anno, portando la spesa complessiva per le strutture politiche individuali a oltre 9 milioni di euro.
Il Capo di Gabinetto del Presidente del Consiglio percepisce 191.203 euro, il Vice Capo 95.118, mentre il portavoce esterno guadagna 55.452 euro. A questi si aggiungono consulenti esterni, figure professionali sdoppiabili “al 50%” (ovvero part-time su due uffici) che spesso moltiplicano i compensi.
Consiglieri supplenti: il costo della rappresentanza allargata
Con la legge regionale 19/2025 è stata introdotta la figura del consigliere supplente: un meccanismo che consente di sostituire l’eletto nominato assessore con il primo dei non eletti della lista. In pratica, il numero di consiglieri effettivi si allarga “per legge”. Questo ha generato sei nuovi stipendi da 145mila euro l’anno più relativi staff, per un costo complessivo aggiuntivo di 1,2 milioni di euro l’anno. Ogni supplente, infatti, ha diritto a un proprio personale di fiducia, con un costo medio stimato di 130mila euro. Una scelta che ha raddoppiato alcune spese di rappresentanza senza un corrispondente aumento delle funzioni.
L’apparato totale: 280 persone di staff politico
Tra Giunta e Consiglio, la macchina politica calabrese conta oggi 280 addetti di staff, di cui 97 interni dipendenti della Regione e oltre 180 esterni assunti a contratto fiduciario o di collaborazione. Solo al Consiglio ci sono 15 consulenti esterni, a cui si sommano quelli della Giunta, con compensi medi di 2.000 euro al mese. Un apparato che pesa per diversi milioni di euro e che, sommato agli stipendi e ai vitalizi, contribuisce a portare il conto complessivo a quota 50 milioni.
Vitalizi e reversibilità: la casta che non va mai in pensione
Oltre ai costi della politica “in servizio”, c’è la politica “in quiescenza”. I vitalizi degli ex consiglieri regionali, secondo l’elenco ufficiale, oscillano tra i 2.000 e i 7.700 euro mensili. Tra i beneficiari figurano ex assessori, presidenti e consiglieri di più legislature.
La spesa annua stimata per i vitalizi sfiora i 3 milioni di euro, a cui si aggiungono circa 1,2 milioni per le reversibilità ai familiari di ex consiglieri deceduti, con assegni mensili compresi tra 1.400 e 3.500 euro. Un sistema costoso e ancora in vigore nonostante le riforme nazionali abbiano cercato di limitare gli assegni vitalizi nelle altre regioni.
Tra costi e risultati, una domanda inevasa
Sommando stipendi, staff, consulenze, vitalizi e indennità di reversibilità, la politica calabrese costa ogni anno non meno di 50 milioni di euro. Una cifra che, pur legittima e regolarmente stanziata a bilancio, solleva interrogativi sulla sua sostenibilità sociale e sul reale rendimento amministrativo. In una regione che continua a vivere di emergenze – sanitarie, infrastrutturali e occupazionali – il tema non è solo quanto costi la politica, ma quanto renda in termini di risultati. Perché una classe dirigente ben pagata ha senso solo se all’altezza del compito che le è affidato: governare bene, con competenza e responsabilità.





