A poche settimane dall’avvio della campagna elettorale per le regionali in Calabria, la candidatura di Donatella Di Cesare nel campo largo a sostegno di Pasquale Tridico ha scatenato una forte polemica. Su un profilo social, Fratelli d’Italia ha chiesto il ritiro della sua candidatura, accusando la professoressa di aver “esaltato le Brigate rosse”. “Le Brigate Rosse hanno seminato morte, dolore e paura,” si legge nel post di Fdi, che definisce “inaccettabile” dare spazio a chi “esprime ammirazione verso i terroristi delle BR”.
La replica non si è fatta attendere ed è arrivata da Mimmo Lucano, europarlamentare di Avs e sindaco di Riace. “Da che pulpito viene la predica,” ha commentato Lucano, difendendo la “professoressa e amica” Di Cesare e criticando Fdi per non aver mai preso le distanze dai “periodi più bui del fascismo e dello stragismo nero”. Lucano ha poi rincarato la dose, definendo “singolare” che Fdi si “scandalizzi” per la candidatura di “una persona perbene e dai grandi valori sociali e umani” dimenticando la sua vicinanza a movimenti come Casapound e l’aiuto del governo a un presunto “torturatore libico” come Almasri.
La polemica sul post di Barbara Balzerani
La polemica nasce da un post del marzo 2024, quando la filosofa e docente Di Cesare aveva dedicato un pensiero su X a Barbara Balzerani, ex esponente delle Brigate Rosse scomparsa in quei giorni. Nel post, poi cancellato, salutava “la compagna Luna” e affermava che la rivoluzione di Balzerani era stata anche la sua.
In un’intervista a La Stampa, Di Cesare ha spiegato di aver scritto il post per “affermare compassione umana” e di averlo rimosso per “evitare fraintendimenti e anche interpretazioni pretestuose”. La filosofa, che ha sempre condannato la violenza politica, ha sottolineato come la sua generazione avesse come obiettivo il cambiamento, un mondo “senza discriminazioni, senza guerre, senza ingiustizie sociali”. Ha concluso la sua riflessione affermando di aver scelto il femminismo e che “quei anni non possono essere ridotti al terrorismo”.