Si è scritto e detto tanto sull’operazione, un po’ spaccona a dire il vero, del sondaggio che vede Roberto Occhiuto assai avanti rispetto a Pasquale Tridico.
Noi ci limitiamo ad osservare che essa sia stata l’ennesima perla di una non impeccabile comunicazione pro-presidente che continua a dipingere sulla tela dell’immaginario collettivo un superuomo allergico all’umiltà.
Una strategia talmente antipatica che risulterebbe fatale per ogni candidato presidente.
Il centrodestra tira più del capitano
Per fortuna del centrodestra, la sua squadra calabrese tira più del capitano e questo compensa ampiamente l’incidenza di certi strafalcioni.
Sì, perché, al netto delle polemiche sulla nota rilevazione demoscopica, nascondere il vantaggio reale del centrodestra sarebbe una ipocrisia che non possiamo permetterci.
I nomi forti di FI e Lega
I nomi già in campo sono infatti molto forti – ne abbiamo scritto tanto nelle ultime settimane – e si possono contrastare solo opponendovi marpioni di territorio, non idealisti da quattro preferenze o complottisti col vizio di fare le analisi del sangue a chi voglia concorrere sul serio.
Tra uscenti e nuove proposte, i cartelli di Forza Italia e Lega che vanno a prendere forma appaiono schiacciasassi, tanto da aver fatto scattare un certo allarme in Fratelli d’Italia, che ora deve realmente guardarsi le spalle perché il rischio di arrivare terza nella speciale classifica interna della coalizione si fa serio.
La minaccia meloniana
Di qui la minaccia meloniana, per nulla rientrata, di una precettazione dei big parlamentari calabresi, se non si caleranno gli assi che servono nelle tre circoscrizioni.
Il Carroccio a guida Durigon e la carovana azzurra stanno facendo salire a bordo tutti quelli che reputano i migliori rastrellatori di territorio, il che non li garantisce da possibili ritorsioni degli scontenti che stanno lasciando a terra, ma tant’è: i posti sono quelli e non se ne possono fabbricare degli altri.
Nessuna gerarchia, solo fieno in cascina
Le regie forzista e leghista non hanno disegnato gli assetti di lista seguendo, per così dire, un criterio gerarchico con il figlio della gallina bianca seguito dai gregari.
No, stanno candidando quelli che reputano essere i migliori per portare più fieno in cascina possibile, senza discriminazioni.
L’effetto del consigliere supplente
Uno schema di gioco che enfatizza il tasso di concorrenza interna, ma che riflette anche le aspettative legate all’esordio nella prossima legislatura della figura del consigliere supplente, che in buona sostanza sarà un moltiplicatore di poltrone di cui diversi esclusi più o meno eccellenti potranno beneficiare.