Con le bocce ancora ferme, soprattutto nel centrosinistra dove le pietre sembrano caramelle, l’unica cosa che si muove è il nepotismo che è l’arte di trasformare i legami familiari in opportunità professionali, spesse volte a scapito del merito. A questo proposito Ennio Flaiano scrisse che sulla bandiera italiana dovrebbe esserci la scritta: “Tengo famiglia”. Affermazione che aveva già fatto il 26 novembre 1945 Leo Longanesi.
Il concetto che rende l’idea
Il familismo politico, o familismo amorale, è un concetto che descrive una forma di organizzazione sociale e politica in cui i legami familiari e le relazioni personali predominano rispetto a quelli istituzionali o di interesse pubblico. Esso si manifesta con la preferenza per favorire i membri della propria famiglia o cerchia ristretta nelle attività politiche, economiche o sociali, spesso a scapito del merito o dell’equità. Il familismo amorale è un concetto sociologico introdotto da Edward C. Banfield nel suo libro “The Moral Basis of a Backward Society” del 1958. Una pratica poi studiata da intellettuali meridionali che la svilupparono nei paesini della Basilicata.
Tra nuove entrate e record
La Calabria conosce bene questa pratica. E, fior da fiore, si parla già delle candidature di Elisabetta Aiello e Silvia Parente che rappresenterebbero le nuove entrate. Anche se il record lo detiene la famiglia Gentile di Cosenza, già socialista, repubblicana, forzista e, oggi, con un’apertura al filone leghista.