Il risultato elettorale ha consegnato Pasquale Tridico al ruolo di protagonista mancato. Il candidato del campo largo, sostenuto da M5S, PD e Avs, ha ottenuto un consenso significativo, ma non sufficiente a scalzare Roberto Occhiuto, che si è riconfermato con largo margine. Tridico ha fatto il massimo, riuscendo a sommare quasi gli stessi voti raccolti nel 2021 da Amalia Bruni e Luigi De Magistris messi insieme. Ma la forza del centrodestra, e soprattutto la macchina organizzativa di Forza Italia, si è rivelata ancora una volta vincente.
Il professore calabrese, già presidente dell’Inps, aveva promesso di riflettere sul futuro immediatamente dopo la sconfitta. E la riflessione pare già conclusa: secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, avrebbe deciso di mantenere il seggio a Bruxelles, dove guida la delegazione del Movimento 5 Stelle all’interno dell’Europarlamento.
Una scelta di continuità, non di ritirata. Tridico ritiene di potersi rendere più utile portando avanti le battaglie per il Sud e la Calabria da una prospettiva europea, piuttosto che restando a fare opposizione a Palazzo Campanella. Una decisione che ripercorre quella di Matteo Ricci, il candidato Pd nelle Marche, che ha preferito restare a Strasburgo per “coordinare l’opposizione” da lontano. Se confermata, la rinuncia al seggio regionale aprirebbe la porta a Elisabetta Barbuto, candidata del M5S nella circoscrizione centro, prima dei non eletti. Per Tridico, dunque, un ritorno in Europa nel segno della coerenza, non del disimpegno.
Wanda Ferro, la fedelissima di Meloni resta in trincea
Dall’altra parte dello scacchiere politico, Wanda Ferro ha giocato una partita diversa, ma altrettanto significativa. Non è stata eletta al Consiglio regionale, ma ha conquistato oltre 10.400 preferenze in meno di un mese di campagna elettorale. Un risultato personale di peso, che testimonia la forza del suo voto d’opinione, costruito più sulla fiducia e sulla reputazione che sulle promesse di territorio. Ferro ha smentito le voci su un suo possibile ingresso nella Giunta Occhiuto, dove qualcuno la immaginava come vicepresidente o come assessore di punta. “Il mio impegno per la Calabria continuerà dal ruolo che ricopro al Viminale“, ha dichiarato, chiudendo di fatto ogni speculazione.
Una dichiarazione che vale molto più di una smentita: perché Giorgia Meloni avrebbe già in mente per lei un futuro di vertice nazionale, a partire dalla conferma nel ruolo di sottosegretaria all’Interno, fino alla possibilità — non così remota — di una promozione a ministro in caso di rimpasto di governo. Per Fratelli d’Italia, Wanda Ferro rappresenta la figura ideale: leale, popolare e riconoscibile, capace di incarnare la linea del partito anche nei contesti più complessi.
Roma, Bruxelles e Catanzaro: la geografia del potere che cambia
Se Tridico si prepara a tornare tra le fila europee e Ferro resta saldamente a Roma, la Calabria politica si ridisegna attorno a due assenze. In Consiglio regionale, il centrosinistra dovrà reinventarsi un capo dell’opposizione, mentre il centrodestra si trova con una casella vuota, ma una figura rafforzata nella catena di comando nazionale. Non è escluso, anzi, che nel lungo periodo Wanda Ferro possa diventare il nome forte di Fratelli d’Italia per la presidenza della Regione Calabria “post-Occhiuto”. Un’ipotesi che circola da tempo negli ambienti romani e che, dopo queste elezioni, appare meno fantapolitica di quanto sembrasse solo pochi mesi fa. Tutto, insomma, secondo copione. Tridico verso Bruxelles. Ferro resta a Roma. La Calabria osserva — come sempre — il suo futuro scriversi altrove.




