Chi la conosce bene sa che potrebbe essere vero, l’entourage non lo conferma ma non lo smentisce. Chi legge “dentro” i fatti politici lo ritiene plausibile. Il presidente del consiglio Meloni, persuasa dai sondaggi e fiutando possibili scollamenti nel suo governo e nella sua maggioranza, può decidere di portare il Paese ad elezioni anticipate.
Un Consiglio dei Ministri che ha lasciato il segno
Anche se il ministro meno politico del governo, e cioè il tecnico Piantedosi, ha tenuto a precisare che nessuno screzio o contrasto particolare è avvenuto nel Consiglio dei Ministri in cui il governo a maggioranza ha deciso di impugnare la legge della Provincia di Trento che introduceva il terzo mandato per quel Presidente, l’impressione è che si è trattato di una di quelle pratiche non economicamente e socialmente rilevanti ma politicamente in grado di “segnare”.
Lega e Fratelli d’Italia: un matrimonio mai riuscito
La Lega al leader di Fratelli d’Italia non è mai risultata molto appassionante e gli episodi, a ben ricordare, di rapporti non idilliaci, risalgono numerosi nel tempo, anche molto prima della frana del centrodestra a trazione Salvini in occasione dell’ultima elezione del Presidente della Repubblica quando disse anzitutto al Matteo leghista che da quel momento il centrodestra era finito. Salvo, ovviamente, smentirsi poche settimane dopo.
Meloni tenta la corsa in solitaria
Meloni e il suo partito (che sostanzialmente è Meloni, per trovare un lontano numero due non sapresti neanche dove e in chi individuarlo) è tentata di andare in solitudine ad eventuali elezioni anticipate o al massimo con chi porterebbe dei voti ma sarebbe innocuo politicamente. Magari Noi Moderati, il contenitore di tutti, ancor più della stessa Forza Italia che alla fine potrebbe far entrare nella aggregazione.
Ma la Lega no, basta. O almeno una parte della Lega…
Il fattore Vannacci
…che è uscita apparentemente unita dal recente congresso nel nome di Salvini ma che ha uno dei vicesegretari – il più conosciuto e forse già ormai il più importante – in quel sempre meno generale Roberto Vannacci che non solo le ha accresciuto il consenso alle europee di quasi seicentomila voti di preferenza, ma che tiene e mantiene proficuamente i contatti con quel mondo di estrema destra e con quel fronte sovranista che, se polarizzato, è più forte di quanto potrebbe sembrare.
Vannacci si è rammaricato di non essere stato presente al recente raduno di Gallarate della estrema destra ma ha porto senza esitazioni il suo saluto ed espresso vicinanza, dialoga a tutto campo con Marco Rizzo, presidente di Democrazia Sovrana e Popolare, è stato presente ed osannato ad Orvieto al meeting annuale di Indipendenza, il partito con segretario Alemanno, sta costituendo team Vannacci in tutta Italia e il litigio con il tenente colonnello Fabio Filomeni, suo riferimento ne Il Mondo al Contrario, potrebbe presto rientrare.
L’opposizione? Ancora divisa
Sul fronte del centrosinistra non sembra che la segretaria PDI, rispetto ad un centrodestra che si divide, sia la persona più adatta a mettere insieme gli altri da Fratoianni a Renzi.
Vi è sempre l’enigma Conti. Un tale schieramento, così composito, potrebbe non veder dentro il rigenerato Movimento Cinque Stelle, che sulla guerra Ucraina – Russia, sullo sterminio in Medio Oriente, sul no al riarmo europeo è piuttosto categorico; ed oggi ancora alquanto distante ma non troppo distante dalla Lega, ma che con una Lega non più filo – Meloni, ed anzi anti – Meloni, potrebbe esserlo ancor di meno.
Un nuovo polo populista?
Ed è una Lega con Vannacci vice segretario in funzione aggregatore a ex destra ed ex sinistra nel segno del sovranismo, nonché alla destra e all’ultra destra che della sudditanza meloniana all’America, del suo atlantismo e israelismo sono piuttosto adirate.
Insomma ve lo immaginate un Polo Lega – Cinquestelle – altri? In fondo hanno già governato insieme e governato anche bene – per molti il governo più innovatore che si ricordi – quello cosiddetto Conte 1: il governo e la coalizione che hanno tagliato il numero dei parlamentari e abolito i vitalizi, e che hanno introdotto il reddito di cittadinanza, la quota cento, la flat tax.
Insomma le riforme sociali più significative realizzate da un governo che, peraltro, non si è supinamente piegato ai desiderata della Ursula del tempo. Un polo che potrebbe essere anch’esso competitivo.
Scenari impossibili? Forse no
Scenari impossibili direte. No, direi non impossibili alla luce anche di una legge elettorale che è destinata a rimanere immutata anche alla prossima tornata.