La Commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, riunita in seduta plenaria, ha approvato all’unanimità la Relazione sullo stato di avanzamento degli interventi di bonifica del Sin di Crotone–Cassano–Cerchiara. Il documento restituisce una lettura organica e approfondita dei profili ambientali, amministrativi e giudiziari legati a uno dei siti più complessi e delicati del Paese.
Si tratta di un atto di forte rilievo istituzionale, atteso da anni dalle comunità interessate, che ora chiama tutte le istituzioni coinvolte a decisioni operative non più rinviabili.
La strategia: rimozione dei rifiuti e tutela della salute
Al centro della Relazione vi è la conferma della rimozione dei materiali contaminati e del loro conferimento al di fuori del territorio regionale, già indicata dalla Regione Calabria nel Paur e ulteriormente avvalorata dal Rapporto Sentieri, che ha documentato eccessi di mortalità e patologie gravi nelle popolazioni esposte.
Elementi che, secondo quanto evidenziato nel documento, rendono incompatibile qualsiasi forma di inerzia o attendismo, imponendo scelte nette e coerenti con la salvaguardia della salute pubblica.
Il chiarimento sul quadro normativo europeo
Pur condividendo l’impianto generale della Relazione, viene evidenziata la necessità di un chiarimento puntuale su un nodo centrale: l’interpretazione del quadro normativo europeo a partire da marzo 2026.
Secondo quanto chiarito dalla Commissione europea, in risposta a una specifica interrogazione parlamentare dell’eurodeputata Denise Nesci (ECR – Fratelli d’Italia), il Regolamento (UE) 2024/1157 non vieta le spedizioni transfrontaliere di rifiuti pericolosi destinati alla discarica, ma introduce condizioni più stringenti e trasparenti per garantirne una gestione sicura e conforme agli standard europei.
In particolare, tali spedizioni restano consentite nei casi in cui nel Paese di origine non siano disponibili soluzioni tecnicamente ed economicamente sostenibili per il trattamento dei rifiuti oppure quando sussistano obblighi giuridici derivanti dal diritto dell’Unione europea o da convenzioni internazionali, circostanze che rendono legittimo il ricorso al trasferimento oltre i confini nazionali.
Il caso Crotone e l’assenza di discariche idonee
Nel caso specifico del Sin di Crotone, la documentazione delle Conferenze dei Servizi presso il Ministero dell’Ambiente e la stessa Relazione parlamentare confermano che non risultavano disponibili discariche idonee, né sotto il profilo tecnico né autorizzativo, a ricevere i rifiuti pericolosi derivanti dagli scavi del Pob Fase 2.
Una condizione che rientra pienamente nelle fattispecie previste dal Regolamento europeo e che legittima il ricorso allo smaltimento fuori dal territorio nazionale, nel rispetto delle norme vigenti.
“Salute prioritaria e principio chi inquina paga”
La Relazione approvata dalla Commissione traccia un orientamento chiaro: la tutela della salute deve rappresentare il riferimento primario di ogni decisione pubblica, nel rigoroso rispetto del principio “chi inquina paga”.
L’obiettivo indicato è quello di garantire alle comunità del territorio crotonese una bonifica profonda, sicura e definitiva, capace di chiudere una vicenda che da anni pesa sul piano ambientale, sanitario e sociale.
La posizione di Fratelli d’Italia
A sottolineare il valore del documento è Stelvio Marini, dirigente di Fratelli d’Italia Crotone, che richiama la necessità di dare immediata attuazione alle indicazioni parlamentari, evitando letture ambigue e ritardi che rischierebbero di compromettere la credibilità delle istituzioni e la fiducia dei cittadini.












