“Il mare è per tutti, ma non per chi è in sedia a rotelle”. È questo il grido di denuncia lanciato da Lucia Artieri, cittadina palmese con disabilità motoria, che da anni chiede al Comune interventi concreti per rendere accessibili le spiagge libere della città, finora rimasti lettera morta.
Le richieste e la beffa
Lucia, che si muove in carrozzina, racconta di aver presentato diverse richieste formali e protocollate all’amministrazione, chiedendo l’installazione di passerelle fino alla battigia, l’acquisto di sedie job (le carrozzine speciali da spiaggia) e la presenza di personale qualificato per l’assistenza. Tutte proposte mai ascoltate. E ora, con l’estate ormai inoltrata, arriva l’ennesima beffa.
“Nel 2023 è stato pubblicato un bando comunale dal titolo “Il mare per tutti”, poi ripresentato anche nel 2024 e nel 2025 – spiega Artieri – ma nei fatti si rivolge solo a persone autosufficienti e deambulanti. Chi, come me, non può camminare, è escluso. È una contraddizione inaccettabile”.
Un’amara constatazione, soprattutto se si considera che la Regione Calabria mette a disposizione fondi dedicati al turismo accessibile, che potrebbero essere utilizzati proprio per garantire a tutti l’accesso alle spiagge. Fondi che, però, a Palmi sembrano non aver mai trovato applicazione concreta.
“Discriminazione nel 2025: ci si riempie la bocca di inclusione, ma la realtà è un’altra”
Per Lucia, si tratta di una violazione evidente di un diritto fondamentale: poter vivere liberamente gli spazi pubblici. “Nel 2025 è impensabile che una persona con disabilità debba ancora subire queste esclusioni. Ci si riempie la bocca con parole come inclusione e accessibilità, ma poi nei fatti si resta ai margini. È discriminazione”.
La richiesta rivolta all’amministrazione comunale è chiara: rendere davvero accessibili le spiagge pubbliche, con gli strumenti necessari per garantire pari dignità e fruibilità a tutti i cittadini, anche quelli con disabilità motoria.
“Non servono miracoli – conclude – bastano passerelle, carrozzine adeguate, e magari un po’ di umanità e volontà politica. Solo allora potremo dire, davvero, che il mare è di tutti”.