di Mimmo Famularo – Nomi e cognomi che gli investigatori riconducono alla ‘ndrangheta. Madaffari, Gallace, Tedesco, Perronace. Figurano nell’elenco delle 65 persone finite agli arresti (39 in cacere e 26 ai domiciliari) nell’ambito della maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma che ha sgominato un presunto sodalizio criminale che avrebbe assunto il controllo del litorale a Sud di Roma nei territori compresi tra Anzio e Nettuno. Associazione per delinquere di stampo mafioso l’accusa principale. Secondo gli inquirenti in queste zone opererebbe un locale “distaccato” della ‘ndrangheta che si sarebbe infiltrato nelle pubbliche amministrazioni (perquisiti gli uffici comunali di Anzio e Nettuno) e avrebbe gestito operazioni di narcotraffico internazionale per “colonizzare” anche il tessuto economico-produttivo locale. Nei confronti degli indagati si contesta, a seconda delle posizioni, l’associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso. I pm della Dda, coordinata dai procuratori aggiunti Michele Prestino e Ilaria Calò, indagano pure per estorsione aggravata e detenzione illegale di arma da fuoco, fittizia intestazione di beni e attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti aggravato dal metodo mafioso.
Le mani della ‘ndrangheta su Anzio e Nettuno
Durante le indagini, avviate nel 2018 dai militari del Nucleo Investigativo di Roma, sono stati raccolti elementi gravemente indiziari in ordine alla esistenza di una articolazione della ‘ndrangheta denominata locale di Anzio e Nettuno, “distaccamento” dal locale di Santa Cristina d’Aspromonte, ma composta in gran parte anche da soggetti appartenenti a famiglie di ‘ndrangheta originarie di Guardavalle, in provincia di Catanzaro. Gravemente indiziato di essere a capo della presunta struttura criminale è Giacomo Madaffari (gestore di fatto di un locale, conosciuto come il “bar dei calabresi”), ne farebbero inoltre parte anche diversi soggetti appartenenti a storiche famiglie di ‘ndrangheta originarie del Catanzarese come i Gallace, i Perronace e i Tedesco. Dalle indagini emerge, l’esistenza di due associazioni finalizzate al narcotraffico, una capeggiata da Madaffari e l’altra da Bruno Gallace, dotate di elevate disponibilità finanziarie e logistiche, nonché delle capacità di approvvigionare e importare dal Sud America ingenti quantitativi di cocaina. Tra le persone arrestate ci sono anche due carabinieri, accusati di avere fornito informazioni riservate agli appartenenti al clan. I due sono stati raggiunti da misura cautelare, uno in carcere e l’altro ai domiciliari. A uno dei due militari è contestato anche il concorso esterno in associazione mafiosa. Il procedimento versa tuttora nella fase delle indagini preliminari, con la conseguenza che per tutti gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza.
Il gip: “Solidi legami con esponenti politici”
Per il gip di Roma Livio Sabatini che ha firmato l’ordinanza le esigenze cautelari a carico degli indagati sono “fondate” alla luce di una “complessiva valutazione del contesto associativo criminale radicatosi nel territorio con la presenza di un locale di ‘ndrangheta di primissimo piano”. Il giudice parla dell’esistenza di due “associazioni finalizzate al traffico di sostanze stupefacenti anche internazionale” con una “capacità di penetrazione nel tessuto economico e politico della zona di Anzio e Nettuno” con “numerose evidenze comprovanti la disponibilità di canali con pubblici dipendenti infedeli per ottenere concrete, utili e specifiche notizie dei procedimenti coperti da segreto” nonché la “disponibilità di un impressionante numero di armi”. A questo quadro va “aggiunto da un lato la persistenza sul territorio di un contesto di criminalità organizzata che agisce da decenni e dall’altro – sottolinea il gip – i solidi legami esistenti con taluni esponenti delle forze dell’ordine ed esponenti politici locali nonché con altri clan delinquenziali”.
I nomi di tutti gli indagati
Il gip del Tribunale di Roma Livio Sabatini ha iscritto sul registro degli indagati 74 persone. Si tratta di Giacomo Madaffari, alias “Baffetto” 62 anni di Santa Cristina d’Aspromonte; Pietro Rocco Adesso 63 anni di Aprilia; Luca Alberello 55 anni di Aprilia; Guido Alessandrini detto “Birillo” 49 anni di Roma; Giuseppe Andreacchio, alias “Zio Pino” 62 anni di Guardavalle; Fabrizio Bartolomei, alias “Gorbaciov” 48 anni di Roma; Alessandro Battistini, alias “Highlinder” 61 anni di Anzio; Gianluca Biancone, alias “Idrocefalo” 46 anni di Nettuno; Daniele Caseti 39 anni di Velletri; Giovanni Cassano, alias “Passero” 63 anni di Roma; Antonio Checchi 66 anni di Subiaco (Roma); Nicola Chiriacò 28 anni di Anzio; Pasquale Chiriacò 57 anni di Anzio; Francesco Condina 41 anni di Palmi; Gianluca De Carolis 44 anni di Nettuno; Pasquale De Gilio 46 anni di Santa Cristina d’Aspromonte; Fabrizio De Velis 39 anni di Anzio; Domenico Del Genio, alias Mimmo, 69 anni di Palma Campania (Napoli); Carmine Dell’Unto 60 anni di Isola del Liri (Fr); Francesco Dionisi, alias “il Presidente”, 49 anni di Nettuno; Francesco Fiorino 21 anni di Anzio; Patrizio Forniti 50 anni di Roma; Piero Forte, alias Gufetto, 46 anni di Galatina; Claudio Franzè 46 anni di Latina; Bruno Gallace, alias “Di Bella” 50 anni di Guardavalle; Cosimo Damiano Gallace 32 annidi Anzio; Alessandro Glorioso, alias Cicoria, 51 anni di Caserta; Manuel Gubitosi 45 anni di Anzio; Vincenzo Italiano, alias Enzo, 51 anni di Rosarno; Hristov Anguel Kotov , alias Angelo il Bulgaro, 47 anni; Fabio Kowalsky, alias “il Lungo”, 55 anni di Roma; Franco Leoni, alias “Zio Franco, 79 anni di Roma; Fatmir Limaci, alias Miri, 38 anni di Stojan (Albania); Claudio Lo Mastro, alias “Er Vipera” 56 anni, di Roma; Davide Lococo, alias “Cernia” 45 anni di Bologna; Fabrizio Lorenzo 47 anni di Anzio; Claudio Lucifero, alias “Er Gallo”, 59 anni di Anzio; Bruno Madaffari 44 anni di Milano; Stefano Magliozzi 52 anni di Anzio; Alfonso Manera, alias “Pinguino” 58 anni di Roma; Simone Massidda 44 anni di Nettuno; Manuele Mazzotta 28 anni di Cinquefrondi; Saverio Menichetti, alias “Bronzo” 48 anni di Roma; Gentian Mezinaj, alias “Mariano” 45 anni di Sevaster Vlore; Stefano Nardi 42 anni di Nettuno; Argemiro Castro Navarro (Colombia) 32 anni; Briken Ndreca di Tirana (Albania) 24 anni; Emanuel Ottaviani, alias “Picchio” 38 anni di Anzio; Pellumb Pacrami (Albania) 48 anni; Daniele Paduano 39 anni di Anzio; Davide Perronace, alias “Capellone” 48 anni di Nettuno; Gabriele Perronace 23 anni di Anzio; Marco Pirri, alias “Il ciccione”, 43 anni di Roma; Roberto Pistilli, alias “il secco”, 50 anni di Roma; Marco Porcarelli 46 anni di Roma; Sante Presta 56 anni di Nettuno; Alfio Ricca 64 anni di Taurianova; Antonio Riggio 69 anni di Guardavalle; Elia Rillo, alias Elio, 59 anni di Bovino (Fg); Francesca Romagnoli 39 anni di Roma; Marco Rondinara 46 anni di Nettuno, Silvio Roseo 32 anni di Anzio; Nicola Salvo 59 anni di Ventotene (Lt); Francesco Samà, alias “depresso”, 35 anni di Anzio; Arsene Sandon Pacifico (Repubblica Democratica del Congo) 35 anni; Fabrizio Schinzari, alias “Krisso” 46 anni di Roma; Ciro Scognamiglio 57 anni di Napoli; Domenico Sorrenti, detto Mimmo, 66 anni di Taurianova; Gregorio Spanò, alias “Quattroserrande” o “Orso” 52 anni di San Cristina d’Aspromonte; Stefano Sperati 49 anni di Nettuno; Valerian Tanasa (Romania) 51 anni; Cosimo Tedesco 39 anni di Catanzaro; Raffaele Tedesco 42 anni di Catanzaro; Mario Tedesco 31 anni di Soverato.
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