20 Maggio 2025
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Calabria

Anche Brunori a Limbadi per ricordare Maria Chindamo: “Oggi è una giornata di rinascita, non di lutto” (VIDEO)

Il cantautore calabrese tra i protagonisti della cerimonia in memoria dell'imprenditrice di Laureana di Borrello: “Le persone buone portano corone di spine, ma dopo il Calvario arriva la risurrezione”

Non è stato un semplice evento commemorativo. A Limbadi, nel cuore della Calabria ferita ma viva, il 6 maggio è diventato un giorno di resurrezione civile. E tra le voci che hanno dato senso a questa rinascita c’era quella di Dario Brunori, il cantautore simbolo di una regione che non vuole più piegarsi.

“Ho voluto esserci per Maria e per chi tiene alta la dignità”

Invitato da Giulia Minoli per la Fondazione Una Nessuna Centomila, di cui fa parte, Brunori non ha nascosto l’emozione: “Ci tenevo tantissimo a esserci – ha detto ai microfoni di Calabria7 – perché questa è una giornata di rinascita, non solo di memoria. Ringrazio chi ha creato tutto questo. In questi mesi tante persone mi hanno detto: ‘Sei l’orgoglio della Calabria’. Ma io oggi ho visto tante persone che lo sono molto più di me: dai parenti di Maria ai testimoni di giustizia, a chi lavora sul campo, ogni giorno, con dignità e coraggio”.

Il suo volto, le sue parole, la sua presenza non erano quelle del testimonial di circostanza. Brunori è stato parte viva di un evento costruito su un’idea semplice e potente: l’arte, la musica, il teatro e la bellezza possono rispondere alla barbarie mafiosa.

“Le persone buone portano corone di spine. Ma poi risorgono”

Nel suo intervento, Brunori ha richiamato anche il messaggio di una sua canzone portata a Sanremo: “Le persone buone portano corone di spine. Non solo perché c’è sofferenza, ma perché dopo il Calvario può esserci una rinascita. E oggi, in questo luogo, lo vediamo chiaramente. Questo non è un funerale, ma un giorno di primavera“.

Parole potenti, che si sono intrecciate alla cerimonia di svelamento del nuovo cancello della memoria, trasformato in opera d’arte dall’artista Luigi Camarilla. Quel cancello, testimone silenzioso del delitto di Maria Chindamo, oggi si erge come una spirale di ferro e luce, circondato da un giardino progettato dagli studenti vibonesi.

Una presenza che vale un manifesto

La presenza di Brunori ha dato all’evento una risonanza nazionale, ma anche una profondità autentica. Non era solo un artista invitato: era un calabrese che ci mette la faccia, che rivendica la bellezza possibile, che abbraccia chi combatte ogni giorno contro l’indifferenza e la paura. Con lui, tanti attivisti, studenti, cooperative, enti e associazioni: da GOEL – Gruppo Cooperativo a Libera, dalla Fondazione Una Nessuna Centomila al Centro di Women’s Studies “Milly Villa” dell’Unical. Tutti insieme per dire che la Calabria può scegliere da che parte stare. E Brunori lo ha detto con la semplicità di chi ha capito una cosa fondamentale: “La ‘ndrangheta pensava di zittire Maria. Ma oggi, grazie a queste persone, la sua voce è più forte che mai. È viva, come la Calabria che resiste“. (mi.fa.)

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