8 Agosto 2025
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Calabria

Morti sul lavoro, Trotta (Cgil): “Diverse le soluzioni proposte. Il governo non ascolta ed è latitante”

Di fronte a un'escalation di incidenti e decessi il Segretario Generale critica duramente l'immobilismo del Governo. Mancano "atti concreti" da parte dell'esecutivo

“Di fronte a un bollettino rosso emergenziale, di fronte a una lunga catena di incidenti e morti sul lavoro e a una statistica che ci dice che i numeri sono in aumento rispetto allo scorso anno e la Calabria è tra i territori che paga il pegno di sangue maggiore, la solidarietà e la vicinanza ai familiari delle vittime non basta più. Serve solo il “voler fare” e da questo governo non stiamo vedendo nessun atto concreto per migliorare salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.” Con queste parole il Segretario Generale della CGIL Calabria, Gianfranco Trotta, interviene dopo la tragica morte di un operaio di 61 anni nel cosentino.

Trotta fa il punto su un’emergenza che, a suo dire, deve essere affrontata a 360 gradi, evidenziando come siano “tanti gli aspetti su cui si può incidere”, ma denunciando una completa “sordità e latitanza” da parte del governo

Le proposte della CGIL: dal referendum alla patente a punti

La CGIL, attraverso le parole di Trotta, ricorda le soluzioni già messe sul tavolo. “Già con il nostro referendum avevamo chiesto che nel caso di incidenti e morti sul lavoro la responsabilità fosse in capo al committente,” chiarisce il Segretario Generale. Questa richiesta nasce dalla constatazione che, con il sistema degli appalti a cascata e non solo, “la giustizia fa fatica a fare il suo corso e sono troppi i familiari che non hanno visto nessuno pagare per il lutto subito.”

Non solo responsabilità, ma anche prevenzione e deterrenza. Trotta evidenzia la necessità di “incentivare i controlli” e di incidere direttamente sulla struttura degli ispettorati del lavoro. “In Calabria ci sono gravi carenze organiche nelle province di Vibo, Catanzaro e Crotone, così come diversi ispettori vengono dirottati su incarichi amministrativi per riempire scrivanie rimaste vuote.” Una situazione aggravata, secondo la CGIL, dal fatto che la Corte dei Conti ha bacchettato il Paese evidenziando come l’Ispettorato Nazionale del Lavoro faccia fatica ad assumere nuovo personale, poiché “gli stipendi e le indennità degli ispettori non sono abbastanza attrattivi.” Questa criticità è conseguenza anche di scelte contraddittorie, come la mancata assegnazione del salario accessorio ai dipendenti dell’INL, a differenza di quanto avviene in altre agenzie statali. Il risultato sono concorsi con pochi candidati, vincitori che rinunciano per spostarsi in amministrazioni meglio remunerate e un turn over di fatto bloccato.

Per la CGIL, è fondamentale intervenire anche in termini di adeguata formazione sulle dinamiche legate alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro, sull’uso dei dispositivi di sicurezza e sulla crescita di una vera e propria cultura della sicurezza. “Determinante anche l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro – afferma il Segretario Generale Trotta – per rendere più severe le pene e responsabilizzare le aziende.” In questa direzione va anche la proposta di una patente a punti, finalizzata a “agevolare negli appalti chi è riuscito a garantire la salute e la sicurezza sui posti di lavoro.”

L’Appello al Governo: “Fermiamo questa strage silenziosa”

In conclusione, l’appello della CGIL al governo è netto e perentorio: “Al governo chiediamo responsabilità e ascolto. Fermiamo questa strage silenziosa. Rendiamo il lavoro dignitoso e sicuro”. 

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