15 Ottobre 2025
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Occupazione, Sud fanalino di coda in Europa: Calabria, Campania e Sicilia ultime nella classifica Eurostat 2024

Solo Bolzano sopra l’obiettivo UE del 78%. Il Mezzogiorno sprofonda sotto il 50%

Il nuovo report dell’Eurostat certifica un quadro preoccupante per il mercato del lavoro italiano, in particolare nel Mezzogiorno. Nel 2024, Calabria, Campania e Sicilia hanno registrato i tassi di occupazione più bassi dell’intera Unione europea nella fascia di età tra i 20 e i 64 anni. I dati parlano chiaro: in Calabria il tasso è stato del 48,5%, in Campania del 49,4%, mentre in Sicilia si è fermato al 50,7%. Anche la Puglia resta indietro, con un 55,3%.

Peggio di queste regioni solo alcune aree della Turchia, che però non fanno parte dell’Unione.

Divario strutturale pesante tra Nord e Sud

A fronte di un tasso medio UE che ha raggiunto il suo massimo storico, al 75,8%, l’Italia mostra un divario strutturale profondo tra Nord e Sud. L’obiettivo europeo fissato per il 2030 è il raggiungimento del 78%, ma gran parte del Meridione appare ancora molto lontano da quella soglia.

In questo scenario desolante, l’unica realtà italiana ad aver superato l’obiettivo europeo è la Provincia autonoma di Bolzano, con un tasso di occupazione che ha toccato il 79,9%. Le performance più alte tra le altre regioni italiane si registrano nel Trentino-Alto Adige, nella Valle d’Aosta, in Toscana, in Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Piemonte, tutte comunque al di sotto del traguardo europeo.

Il quadro a livello continentale

A livello continentale, invece, spiccano per efficienza lavorativa la Repubblica Ceca, l’Irlanda, la Danimarca, i Paesi Bassi, la Germania e la Svezia, dove quasi tutte le regioni hanno già centrato o superato il target. Le punte di eccellenza arrivano da territori come l’arcipelago di Aland in Finlandia, Varsavia, Bratislava, Utrecht e Praga, che superano addirittura l’85%.

La situazione italiana è resa ancora più critica dal fatto che regioni come il Lazio (69%) o città come Roma e Napoli, pur avendo un maggiore accesso a infrastrutture e servizi, non riescono a trainare la media nazionale. Allo stesso modo, capitali europee come Bruxelles e Vienna faticano a stare al passo, pur restando sopra il 64%.

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