Rischia una condanna fino a tre anni di reclusione l’ex procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, accusato di falso e corruzione impropria nel processo che si sta celebrando davanti al Tribunale di Salerno, competente per i procedimenti a carico di magistrati. A formulare la richiesta di condanna il procuratore aggiunto di Salerno Luigi Alberto Cannavale e la sostituta Francesca Fittipaldi.
Le richieste di condanna riguardano anche il maresciallo Carmine Greco, ex comandante della Stazione di Cava di Melis dei carabinieri forestali, competente su una vasta area del Parco nazionale della Sila; il poliziotto di Cosenza Vito Tignanelli, gestore di fatto della società di intercettazione Stm; la moglie di Tignanelli, Marisa Aquino, titolare della Stm. Per tutti e tre chiesta una condanna a due anni. Chiesto un anno, infine, per Alessandro Nota, carabiniere in servizio a Cava di Melis.
Le ipotesi accusatorie
Le accuse nei confronti di Facciola scaturiscono da una costola dell’inchiesta “Stige”, condotta dalla Dda di Catanzaro contro il “locale” di ‘ndrangheta di Cirò e le sue proiezioni in Nord Italia e in Germania. Secondo le indagini il Procuratore avrebbe rilasciato alla società di intercettazione Stm srl delle giustificazioni per le infrazioni al codice della strada. Sotto la lente della Procura di Salerno anche l’affidamento alla stessa società del servizio di intercettazione presso la Procura di Castrovillari.