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19 Dicembre 2025
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Arrivano i rinforzi per il Tribunale di Vibo, ecco cinque nuovi magistrati. Falvo: “Qui si impara più che altrove”

Il procuratore: “Arrivano in un distretto di trincea dove si fanno processi di ‘ndrangheta e non solo. Un’esperienza unica di cui fare tesoro”

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È una cerimonia di benvenuto che somiglia più a una fotografia strutturale della giustizia italiana nei territori difficili che a un semplice rito istituzionale. Al Tribunale di Vibo Valentia arrivano cinque nuovi magistrati, ma il contesto è quello di una sede di frontiera, segnata da una mobilità continua e da una cronica difficoltà di stabilizzazione degli organici. A dirlo senza giri di parole è il procuratore della Repubblica, Camillo Falvo, che apre il suo intervento parlando direttamente ai nuovi arrivati: “Questo è un tribunale giovane, lo siete voi e lo è questa sede. Lo si è visto anche stamattina dall’emozione del Presidente durante la lettura del verbale, tanto da svolgere quasi anche il ruolo del Pubblico Ministero, e per questo lo ringrazio”. Falvo chiarisce subito che Vibo non è una sede come le altre: “Venite in un tribunale di frontiera, una sede difficile, non particolarmente ambita, ma estremamente formativa. Qui farete il giudice in un contesto che vi metterà alla prova sotto molti profili”.

Cerimonie ogni pochi mesi: il segnale che qualcosa non funziona

Il procuratore non nasconde una delle criticità storiche del palazzo di giustizia vibonese: l’elevato turnover dei magistrati, che rende eccezionale ciò che altrove è ordinario. “In altri uffici queste cerimonie si fanno ogni uno, due o tre anni. Noi invece ci ritroviamo qui ogni due o tre mesi, ed è la dimostrazione plastica che non è una sede particolarmente ambita, pur essendo una delle più formative in assoluto”.

Una dinamica che incide sulla continuità, ma che secondo Falvo non svuota il valore dell’esperienza: “Farete un’esperienza bellissima e durissima insieme. Saremo al vostro fianco, non sarete lasciati soli. Troverete colleghi giovani ma molto preparati, che in questi anni hanno fatto un lavoro straordinario”.

“Vibo è cambiata”: meno pendenze, più efficienza

Il cuore politico dell’intervento di Falvo arriva quando il procuratore rivendica un cambio di passo dell’ufficio giudiziario vibonese, spesso raccontato solo attraverso le sue criticità. “La situazione di Vibo è cambiata, è cambiata sotto il profilo ambientale e sotto il profilo criminale. Oggi abbiamo pendenze che altri uffici ci invidiano”.

Un risultato che Falvo attribuisce a una strategia avviata negli anni scorsi: “È un trend che è iniziato in Procura e che oggi appartiene anche al Tribunale, grazie al lavoro di chi ha diretto questo ufficio e soprattutto grazie a questi ragazzi bravissimi che vi affiancheranno”.

“Qui si impara ciò che altrove non si fa”

Il passaggio più netto, quasi identitario, riguarda il valore formativo della sede: “Cercate di fare tesoro dell’esperienza vibonese, perché ve la porterete dietro per tutta la carriera. Alcune cose che si fanno qui si fanno solo a Vibo e non in altri posti”.

Falvo lo dice senza retorica: “Ci sono colleghi che mi hanno detto che i due, tre, quattro anni fatti a Vibo valgono più dei dieci o quindici fatti altrove. E succederà anche a voi”.

Clima interno e rapporto con l’avvocatura

Un altro punto rivendicato dal procuratore è il clima interno del palazzo di giustizia: “L’ambiente è sereno, non ci sono attriti tra colleghi e soprattutto non ci sono problemi con gli avvocati”. Un elemento non scontato, sottolinea Falvo: “Con l’avvocatura c’è un rapporto straordinario di collaborazione e lealtà, che purtroppo non esiste in tutte le sedi”.

Giovani magistrati, assenze e organici ridotti

Falvo non evita il tema più delicato: “Uno degli effetti collaterali della giovane età dei magistrati è che spesso ci sono assenze legittime. Qui capita più spesso che altrove”. Il risultato è immediato: “Oggi invece di avere quattro nuovi magistrati ne abbiamo solo due. Quando arriveranno gli altri daranno anche loro il loro contributo”. E l’augurio finale è diretto: “In bocca al lupo e iniziamo insieme questo bellissimo percorso”.

L’Ordine degli avvocati: “Qui non solo tecnica, ma umanità”

A intervenire è poi Antonello Fuscà, componente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Vibo Valentia, che ribadisce il senso della presenza dell’avvocatura: “La nostra non è una presenza solo formale. Ribadiamo un atteggiamento di collaborazione costruttiva e di sensibilità verso le problematiche che affrontiamo insieme”.

Anche per Fuscà Vibo è un tribunale di trincea, ma in senso positivo: “Qui farete molte più esperienze, perché le funzioni non sono rigidamente settorializzate”. Il monito finale va oltre il diritto scritto: “Entrerete nella vita delle persone. Vi auguro autonomia, terzietà, professionalità, ma anche un briciolo di umanità, quando nel chiuso della vostra stanza sarete chiamati a decidere”.

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