Mazzette in cambio di case popolari con la complicità di funzionari infedeli all’interno di un sistema parallelo e illecito degli alloggi e dei magazzini di proprietà dell’ente regionale Aterp, costruito con vere e proprie assegnazioni dirette, ricevendo dagli assegnatari degli immobili, che abitavano quelle case senza averne alcun titolo, somme di danaro o altre utilità, bypassando norme e regolamenti. Morosità ignorate, sgomberi mai eseguiti, occupazioni tollerate per anni e persino promesse di aiuti non, proprio di poco conto, in cambio di voti.
I sostituti procuratori della Repubblica di Catanzaro Saverio Sapia e Stefania Caldarelli, sotto il coordinamento dal procuratore aggiunto Giulia Pantano, hanno chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 22 indagati, tra dirigenti e dipendenti Aterp, un consigliere comunale, agenti della Polizia municipale nell’ambito dell’inchiesta “Minosse” sulla illecita gestione dell’assegnazione delle case popolari in seno all’azienda per l’edilizia popolare di Catanzaro ai danni anche di famiglie bisognose, che lo scorso dicembre aveva portato a 8 misure cautelari. Nella richiesta di rinvio a giudizio non compaiono più i nomi del dirigente Aterp Gianluca Martino, 58 anni di Catanzaro e Manlio Severino, 65 anni di Catanzaro, quest’ultimo assegnato all’Ufficio gestione inquilinato: le loro posizioni sono state stralciate.
I nomi di coloro che rischiano il processo
Rischiano il processo il responsabile del distretto Aterp di Catanzaro Domenico Albino, 68 anni, residente a Lamezia; Gianluca Bevilacqua, alias “Core malato”, 45 anni, di Catanzaro; Silvana Bevilacqua, 44 anni, di Catanzaro; l’ex dirigente Aterp Vincenzo Celi, 62 anni, di Catanzaro; Rodolfo Chillà, 56 anni, di Catanzaro; il consigliere comunale Sergio Costanzo, 59 anni, di Catanzaro; Andrea Curcio, 22 anni, di Catanzaro; Cesare Curcio, 61 anni, alias Cesarino, di Catanzaro; Rita De Fazio, 65 anni, di Catanzaro; Raffaele Fera, 64 anni, di Catanzaro; Alberto Froio, 28 anni, di Soverato; Pantaleone Froio, 66 anni, di Catanzaro; il vigile urbano Giuseppe Grande, 61 anni, di Botricello, il vigile urbano Ivan L’Arocca, 56 anni, residente a Catanzaro; Teresa Mancuso, 71 anni di Catanzaro; Domenico Pio Masciari, 23 anni, di Catanzaro; Gerardo Masciari, detto Nino, 45 anni, residente a Catanzaro; Saverio Mensica, 50 anni, di Catanzaro; Vittorio Pace, 66 anni, di Catanzaro; Franca Passalacqua, 58 anni di Catanzaro; la dipendente Aterp Concetta Raffa, detta Cettina, 59 anni, di Catanzaro; Raffaela Trapuzzano, 66 anni, residente a Lamezia, .
Le ipotesi di accusa
Una sfilza di reati vengono contestati, a vario titolo agli indagati: l’associazione finalizzata alla commissione di falsi materiali e ideologici commessi da pubblico ufficiale in atti pubblici, corruzione, concussione e omissione di atti d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, tentato peculato, tentata truffa aggravata, invasione di terreni o edifici, violazioni di normative in materia elettorale.
Il ruolo di sodali e partecipi
I membri dell’associazione avrebbero avuto un ruolo ben definito, muovendosi lungo un doppio binario nella procedura di regolarizzazione o cambio alloggio e nella compravendita degli alloggi da parte dell’assegnatario, su suggerimento dei dipendenti Aterp, attraverso la pratica dell’ ‘ampliamento del nucleo familiare’ e attraverso la predisposizione e il confezionamento di atti falsi che potessero consentire al nuovo occupante di poter chiedere la voltura del contratto di locazione. In questo sistema Celi e Costanzo avrebbe rivestito una posizione apicale, il primo avrebbe coordinato le attività dei singoli sodali, individuando alloggi liberi, suggerendo modalità solo apparentemente legittime per redigere documentazioni false propedeutiche alla pseudo regolarizzazione delle occupazione abusive, il secondo, anche se privo di ruoli all’interno dell’Aterp, avrebbe avuto la funzione di raccordo tra i cittadini che puntavano ad ottenere o a mantenere l’alloggio in violazione della legge e i dipendenti Aterp, grazie a consolidate amicizie con i funzionari dell’Ente. Albino, funzionario dirigente dell’Ufficio Patrimonio ed inquilinato, con il ruolo di partecipe, avrebbe fatto parte del sistema di assegnazione parallela curando le pratiche segnalate dal consigliere Costanzo, mentre Raffa, dipendente all’Ufficio del personale avrebbe redatto atti ideologicamente falsi. Chillà, Menzica e Pace, avrebbero ricevuto favori ben precisi, con la complicità e le omissioni di dipendenti Aterp, a disposizione del consigliere comunale di Forza Italia Sergio Costanzo.
Funzionari pubblici e gli omessi sgomberi
I funzionari Aterp, sono accusati a vario titolo di aver omesso gli atti dovuti per liberare immobili occupati abusivamente o intestati a morosi cronici. E per la Procura, in diversi casi documentati, pur in presenza di situazioni di morosità superiore alle sei mensilità, non sarebbe stata avviata la procedura di decadenza dal contratto, imposta dalla legge regionale e in altri casi, nonostante l’occupazione senza titolo da parte di parenti o eredi di assegnatari deceduti, non sarebbero mai partite le diffide e le denunce previste dalla normativa. In questo sistema entra in gioco la politica. A più riprese, il consigliere Costanzo avrebbe promesso “favori” legati alla regolarizzazione di alloggi in cambio di sostegno elettorale di due candidati alle Europee 2024 e Mensica, Chillà e Pace avrebbero accettato l’offerta.
I favoritismi e la logica clientelare
In particolare Concetta Raffa in qualità di pubblico ufficiale, impiegata Aterp con funzione di istruttore amministrativo addetto alle pratiche di ampliamento, avrebbe violato la regola di diffidare l’occupante al rilascio dell’alloggio entro 15 giorni e di presentare querela. Venuta a conoscenza che un parente di Saverio Mensica occupava senza titolo l’alloggio originariamente assegnato a quest’ultimo, su richiesta e sollecitazione del consigliere Costanzo avrebbe omesso di attivare la procedura volta al rilascio dell’immobile. E il politico si sarebbe messo in moto per ottenere il voto elettorale a vantaggio di due candidati alle elezioni dei membri del parlamento Europeo. Stesso scenario si sarebbe verificato nel momento in cui i dipendenti Aterp Raffa e Domenico Albino, non avrebbero diffidato Rodolfo Chillà, occupante senza titolo di un alloggio e di presentare querela né avrebbero attivato le procedure per il rilascio dell’immobile su richiesta di Costanzo che avrebbe offerto a Chillà questa agevolazione sempre per ottenere voti per i suoi candidati alle Europee. Politico, che per ottenere quei voti avrebbe offerto a Vittorio Pace il proprio intervento per regolarizzare illecitamente la propria permanenza in una casa popolare. C’è da sottolineare che il Riesame di Catanzaro ha scagionato il consigliere comunale di Catanzaro nelle fila di Forza Italia, annullando la misura cautelare agli arresti domiciliari disposta dal gip, ritenendo inesistente un accordo illecito sulle pratiche Aterp, mancando dati oggettivi da cui desumere che l’indagato abbia esercitato pressioni per la formazione di atti amministrativi (LEGGI).
Il ruolo dei Vigili urbani
L’indagine travolge anche due vigili urbani di Catanzaro, Giuseppe Grande e Ivan L’Arocca, accusati di aver falsamente attestato la presenza stabile di un soggetto in un alloggio, pur di legittimarne la permanenza. Il verbale avrebbe riportato testualmente che “viveva lì da sei anni con la moglie”, ma si tratterebbe di una falsa dichiarazione pubblica con valore probatorio, aggravata dalla qualità di pubblico ufficiale. Un sistema clientelare e di omissioni, alimentato da connivenze tra politica e amministrazione, che avrebbe privato decine di cittadini del diritto a un alloggio popolare, mentre chi non possedeva un titolo avrebbe continuava a beneficiarne, in alcuni casi per decenni, in violazione di ogni legge. Un modus operandi radicato che si sarebbe retto su una fitta rete di scambi di favore tra impiegati pubblici, politici e cittadini “amici”, in grado di pilotare assegnazioni, omettere sgomberi, ridurre i canoni e, in ultima analisi, spolpare il patrimonio pubblico per finalità personali o politiche.
L’udienza preliminare
Il gup del Tribunale di Catanzaro Gilda Danila Romano ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 18 novembre, giorno in cui nel contraddittorio tra accusa e difesa (rappresentata dagli avvocati Salvatore Staiano, Gregorio Viscomi, Renzo Andricciola, Alice Piperissa, Gaspare Guarino, Francesco Gambardella, Settimio Ioppoli, Lorenzo Guarino, Paolo Pitaro, Ernesto Ruggiero, Arturo Bova, Valerio Murgano, Mary Aiello, Giovanni Gemelli, Vincenzo Savaro, Pietro Chiodo, Italo Reale, Francesco Luciano Vonella, Alessia Mazza, Armodio Migali), dovrà decidere se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura, sempre che nei termini di legge gli indagati non optino per il rito abbreviato.