La Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a sei operatori sanitari in servizio al Pronto soccorso dell’ospedale di Tropea, in relazione al decesso di Fabio Cisotto, 54 anni, residente a Roma, avvenuto il 26 giugno 2024.
L’uomo, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe morto per un arresto cardio-respiratorio dovuto a shock anafilattico, ritenuto dalla Procura evitabile con un tempestivo intervento farmacologico.
Le ipotesi accusatorie
Il sostituto procuratore Maria Barnabei contesta ai sanitari i reati di omicidio colposo in cooperazione e violazione delle linee guida sanitarie.
Secondo la ricostruzione accusatoria, Fidel Perez Perez, 58 anni, nato a Cuba e domiciliato a Joppolo, Luigia Uslenghi, 70 anni, di Reggio Calabria e residente a Zambrone, Benedetto Taccone, 50 anni, di Tropea, Alfonso Stagno, 56 anni, di San Calogero, Vincenzo Guglielmino, 47 anni, di Catanzaro e residente a Tropea, e Rosa Russo, 54 anni, di Tropea, avrebbero agito in équipe, sottovalutando la sintomatologia del paziente e ritardando la somministrazione dell’adrenalina, terapia di prima scelta nei casi di reazione anafilattica.
Per la Procura, l’intervento tardivo avrebbe “prolungato il tempo di esposizione agli effetti dello shock anafilattico“, portando al decesso.
Il falso in cartella clinica
Solo al dottor Fidel Perez Perez viene contestato un ulteriore capo d’imputazione per falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico.
Il medico avrebbe infatti attestato falsamente nella documentazione clinica la somministrazione di adrenalina e altri farmaci alle ore 17.59, quando – secondo gli atti – il paziente risultava già deceduto alle 17.34.
L’autopsia, disposta dall’autorità giudiziaria, non avrebbe evidenziato segni compatibili con la somministrazione del farmaco, contrariamente a quanto riportato nel verbale di pronto soccorso.
Le parti offese e il collegio difensivo
Persone offese nel procedimento sono la vittima, Fabio Cisotto, e la moglie Loredana Fedeli, assistita dall’avvocato Francesco Rombolà del foro di Vibo Valentia.
Gli indagati risultano, al momento della notifica, difesi d’ufficio dagli avvocati Filippo Accorinti, Francesca Comito, Nicola Galloro, Giacinto Inzillo, Rosario Lo Preiato.
I diritti di difesa
Gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie difensive, produrre documenti o chiedere di essere interrogati. La conclusione delle indagini non equivale a una dichiarazione di colpevolezza: spetterà al giudice per l’udienza preliminare valutare se esistano i presupposti per il rinvio a giudizio o per l’archiviazione.




