“Del Ponte sullo Stretto oggi non resta che un simbolo di abbandono: quel mostro di cemento abbandonato che è la variante ferroviaria di Cannitello, a Villa San Giovanni”. È un fendente durissimo quello che Giuseppe Conte ha lanciato dalla Calabria contro il governo e il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Il leader del Movimento 5 Stelle, in tour elettorale per sostenere Pasquale Tridico, candidato progressista alla presidenza della Regione, ha scelto di parlare proprio lì, dove il sogno faraonico del collegamento tra Sicilia e Calabria ha lasciato solo detriti.
“Salvini senza treni, ma col mito del Ponte”
Secondo Conte, il rilancio del Ponte sullo Stretto è solo l’ennesimo atto di propaganda da parte di un ministro che “non riesce nemmeno a far arrivare i treni in orario”. La critica è frontale: “Da quando Salvini è alle Infrastrutture, i disservizi sono ovunque. E adesso si è fissato con questa opera faraonica che però costa carissima ai calabresi”.
Il punto dolente sono quei 300 milioni di euro sottratti ai fondi di coesione, destinati originariamente al Sud: “Soldi che servivano come l’aria in una terra piena di disuguaglianze, dove le infrastrutture sono un miraggio”.
“Altro che Ponte: spariti anche i soldi per l’Alta velocità”
Conte denuncia anche un fatto ancor più grave: “Hanno cancellato 9 miliardi e 400 milioni dal fondo complementare del Pnrr, soldi che noi avevamo conquistato per portare qui l’Alta velocità ferroviaria“. Quella che, paradossalmente, sarebbe il vero passo preliminare per realizzare un collegamento stabile con la Sicilia.
Il leader M5S attacca: “Parlano di Ponte, ma intanto tagliano i fondi per arrivarci. E la Corte dei conti continua a bocciare il progetto: mancano coperture, c’è una totale assenza progettuale, e i rischi ambientali non sono stati nemmeno considerati”.
Proposta shock: “Stop al bollo auto in Calabria”
Durante il comizio, Conte ha appoggiato anche una proposta forte di Tridico: sospendere il bollo auto in Calabria per le fasce più fragili. “In una regione dove le strade sono in condizioni disastrose, non si può pretendere il pagamento di una tassa simile. Chi ha un reddito basso – ha detto – non può essere tartassato per muoversi in una terra dove senza auto, semplicemente, non ti muovi”.
La provocazione è chiara: “Io stesso, in questi giorni, senza macchina non avrei potuto spostarmi. Eppure si favoriscono quelli con le supercar e il superbollo, mentre la gente comune viene ignorata”.
“Con i potenti ci si inchina, i cittadini si bastonano”
Il discorso si allarga: “Davanti ai poteri forti, che siano banche, assicurazioni o Stati come Israele e i suoi alleati, ci si inchina. Ma per i cittadini italiani, soprattutto i più poveri, non c’è mai nulla. Solo bastonate”.
Un attacco pesante, che mette insieme politica estera, grandi interessi economici e la disattenzione verso il Mezzogiorno. Per Conte, il progetto del Ponte è solo la punta dell’iceberg di un modello di governo “autoreferenziale e lontano dalle vere esigenze del Paese”.