Per settimane il nome di Mimmo Tallini ha aleggiato tra i corridoi della politica calabrese. L’ex presidente del Consiglio regionale, esponente di rilievo e di lungo corso della politica catanzarese, era stato indicato come l’arma in più per rafforzare la presenza di Forza Italia nella circoscrizione centrale. Un corteggiamento insistente, portato avanti dal coordinatore regionale Cannizzaro e dal presidente uscente Roberto Occhiuto, che avevano chiesto a Tallini di candidarsi proprio nelle liste azzurre.
Una scelta che avrebbe avuto il sapore della svolta: arruolare quello che, negli ultimi mesi, è stato il più duro critico di Occhiuto sulla gestione dei rapporti con Catanzaro, accusato di aver “spogliato” il capoluogo a vantaggio di altri territori. Il meccanismo, però, si è inceppato quando la richiesta è cambiata di segno. Non più Forza Italia, ma la lista del Presidente: un contenitore pensato per equilibrare i forzisti tra le diverse aree della Calabria. Per Tallini, però, era un passaggio inaccettabile.
La rinuncia ufficiale
Il risultato è stato il ritiro immediato. “Non sarò in campo alle prossime elezioni regionali del 5 e 6 ottobre – annuncia Tallini –. Sono venute meno le condizioni politiche contenute nella proposta congiunta del coordinatore regionale di FI Cannizzaro e del Presidente uscente Occhiuto i quali mi avevano chiesto di scendere in campo nelle liste di FI nell’area centrale della Calabria”. Un messaggio chiaro: la candidatura era accettabile solo se in Forza Italia, non in un listone presidenziale percepito come marginale.
“Così non potrei combattere le mie battaglie”
Tallini non fa sconti e spiega il perché del rifiuto: “La nuova richiesta di entrambi a candidarmi nella lista del Presidente Occhiuto – aggiunge – non è compatibile con le finalità e le motivazioni politiche che stavano alla base della richiesta originaria che io stesso avevo considerato interessante insieme a molti amici e, soprattutto, insieme a tantissimi catanzaresi che da anni soffrono una grave crisi di rappresentanza istituzionale della città”.
E ancora: “Non mi avrebbe consentito di continuare in piena libertà le battaglie di questi ultimi mesi a favore dell’area centrale della Calabria ed, in particolare, delle prerogative e del ruolo di Catanzaro capoluogo di Regione“.
L’affondo contro i “mediocri”
Dopo il ritiro, arriva la stilettata ai vertici del partito: “Persino la formazione delle liste avviene in funzione di interessi di altri territori con la silente complicità di uomini mediocri che hanno l’unico obiettivo di tutelare piccoli e meschini interessi personali“. Un attacco che suona come una dichiarazione di guerra, destinato a pesare sugli equilibri della campagna elettorale.
Ringraziamenti e promessa
L’ex presidente del Consiglio regionale non rinuncia però al ruolo politico: “Un ringraziamento ai tantissimi amici che si erano dimostrati entusiasti della mia candidatura in Forza Italia – afferma –. Dico che continuerò a battermi per difendere la mia città anche senza carica elettiva come è avvenuto fino ad oggi, aiutato e stimolato da molti catanzaresi che finalmente hanno preso coscienza della debolezza politica generale della città. Vedo una nuova voglia di riscatto politico, economico e morale della nostra Catanzaro – conclude – e sarò parte di questo processo”.
Il punto di non ritorno
Il rifiuto di Tallini segna un punto di non ritorno nei rapporti con Occhiuto. Chi gli è vicino conferma che l’ex presidente avrebbe dato la propria disponibilità a candidarsi solo nelle file di Forza Italia e non in una lista civica del Presidente. La motivazione è chiara: non intende arretrare nelle critiche all’operato di Occhiuto, accusato di aver avallato la progressiva spoliazione di Catanzaro. Il corteggiamento politico, nato per neutralizzare l’oppositore più duro, si è trasformato in un boomerang: Tallini resta fuori, ma con parole che rischiano di pesare come macigni sulla campagna elettorale di Forza Italia.
Forza Italia si fa in tre
Il partito azzurro, di cui Roberto Occhiuto è oggi uno dei leader nazionali, si presenta al voto regionale dividendosi su tre liste distinte: la lista ufficiale di Forza Italia, la civica Occhiuto Presidente e la bandiera interna di Forza Azzurri. Una strategia costruita a tavolino per moltiplicare i consensi e gestire i continui travasi tra un contenitore e l’altro, alla ricerca del giusto equilibrio territoriale.
Dentro queste tre scatole politiche si muovono figure di peso e nuove entrate: gli uscenti Gianluca Gallo, Pasqualina Straface, Pierluigi Caputo, Antonello Talerico, Michele Comito, Salvatore Cirillo, Domenico Giannetta e Giacomo Crinò; la presidente della Provincia di Cosenza Rosaria Succurro; l’editore Salvatore Gaetano; l’avvocato Frank Mario Santacroce, passato ufficialmente dalla Lega a Forza Italia; i vicesegretari regionali Emanuele Ionà e Sergio Ferrari; il segretario provinciale di Catanzaro Marco Polimeni; la catanzarese Elisabetta Aiello; la vicesindaco di Belvedere Marittimo Francesca Impieri; il sindaco di Cariati Cataldo Minò.
Il rifiuto di Tallini, però, cambia radicalmente lo scenario. Esclusa la sua candidatura, il suo peso politico potrebbe ora riversarsi altrove: non è escluso che scelga di appoggiare Elisabetta Aiello, figlia dello storico dirigente Piero, rafforzando così l’asse catanzarese dentro Forza Italia e, al tempo stesso, togliendo consensi proprio a chi ha sbarrato la strada al suo ingresso nella lista ufficiale.