Oggi, 19 luglio, ricorre l’anniversario dell’attentato mortale a Paolo Borsellino. Il trentatreesimo. Il grande e valoroso Giudice è ricordato anche questa volta con commozione anzitutto dalla gente comune. E in particolare dalle giovani generazioni, in primo luogo quelle tali al tempo: Paolo Borsellino, insieme a Giovanni Falcone e a Carlo Alberto Dalla Chiesa, hanno rappresentato per quelle generazioni in primis la speranza, e al tempo stesso il sicuro argine, rispetto al dilagante potere mafioso, alla malapolitica, alla violenza fisica e psicologica imposta dai centri di potere dell’antistato.
E sarà ricordato dalle Istituzioni e dalla politica, dai partiti in primo luogo con in testa i loro rispettivi numeri uno, due e tre.
Le inchieste che mostrano il degrado della politica
Le inchieste giudiziarie di queste ultime settimane e di questi ultimi giorni – da quelle siciliane a quelle calabresi, da Milano a Sorrento – ferma ogni garanzia per i soggetti coinvolti, denotano il degrado in cui versa la politica italiana e i suoi primi attori, i primi protagonisti della stessa, che sono i partiti politici.
Inchieste che, distanti geograficamente, e diverse nei soggetti e nelle trame, presentano un comune denominatore: l’accusa ai coinvolti di corruzione. Politica e corruzione forse non sono mai state così accomunate come in questi tempi.
Il tradimento della missione pubblica
Intendere la politica come strumento per la realizzazione dei propri fini o al massimo di quello del clan cui si appartiene, praticarla senza quella quasi naturale propulsione al bene comune e in favore della comunità rappresentata, è quanto di più moralmente deplorevole, al di là e ancor prima delle qualificazioni giuridiche delle condotte e dei risvolti illeciti.
La responsabilità dei partiti
Sono i partiti a scegliere i loro uomini e le loro donne, a posizionarli nei ruoli più significativi.
Spesso invece di puntare sui meritevoli, quelli di più solido spessore culturale e collaudata rettitudine comportamentale, emergono i portatori di tante preferenze, i politicanti di giornata, i portatori di interessi almeno presumibilmente non esaltanti.
Il ricordo dei giganti della politica
Tornano in mente, ancor più in una giornata come questa, i giganti della politica del passato. Da Enrico Berlinguer, leader della sinistra e segretario del Partito Comunista Italiano, che sollevò e agitò la questione morale come momento e passaggio cruciale del rinnovamento della politica, a Giorgio Almirante, leader della destra e segretario del Movimento Sociale Italiano, che definiva doppiamente responsabili e meritevoli di doppia punizione gli esponenti del suo schieramento che si fossero macchiati di comportamenti non adamantini.
Una rivoluzione necessaria
Questa politica attuale è diventata proprio brutta e meritevole di un profondo stravolgimento, di una vera rivoluzione di uomini, mezzi, idee, comportamenti.
Basata finalmente su coerenza di programmi e realizzazione dei programmi, poggiante su valori comportamentali forti. Ma soprattutto imperniata, tutta e ovunque, con solidità e senza tentennamenti, su inossidabili basi morali.
Come onorare davvero Borsellino
Solo così le istituzioni e la politica possono celebrare degnamente, senza ipocrisia ma con rispetto, un Uomo e un Rappresentante della Giustizia impeccabile nei ragionamenti e nei conseguenziali comportamenti.