Sulla fibromialgia la Calabria continua ad accumulare ritardi che pesano sulla pelle dei pazienti. A denunciarlo è Giuseppe Falcomatà, che punta il dito contro la Regione per non aver dato seguito a una legge rimasta lettera morta e per l’assenza di misure concrete a sostegno dei malati.
“Abbiamo dato massima attenzione a questa battaglia – ha dichiarato – ma oggi i pazienti si scontrano con il Governo, che non inserisce la fibromialgia nei Lea, e con la Regione, che non ha ancora attivato gli ambulatori previsti”.
Fondi fermi e malati dimenticati
Falcomatà denuncia il totale immobilismo rispetto ai 160 mila euro stanziati oltre un anno fa: “Non sappiamo se e come siano stati spesi, e comunque sono briciole rispetto alle reali necessità”. Il confronto con altre regioni è impietoso. “In Basilicata e altrove ai malati viene riconosciuto un bonus di 800 euro – ha spiegato – mentre in Calabria molti sono costretti a lasciare il lavoro per i dolori cronici, senza alcun sostegno”.
Il ruolo delle associazioni e il pressing delle istituzioni locali
Fondamentale, sottolinea Falcomatà, l’impegno delle associazioni, in particolare dell’Associazione Reggina Fibromialgia guidata da Jolanda Votano, che ha denunciato la drammatica condizione di chi convive con la malattia. Il Comune e la Città Metropolitana di Reggio, con due mozioni approvate su iniziativa di Carmelo Romeo e Giuseppe Giordano, hanno chiesto il riconoscimento invalidante della patologia muscoloscheletrica. Ma dalla Regione, denuncia l’ex sindaco, non sono arrivate risposte.
“Non si può aspettare oltre”
Falcomatà chiede con forza un cambio di passo: “Non è accettabile che i malati calabresi debbano recarsi fuori regione per curarsi o che in altre aree d’Italia sia prevista l’esenzione dal ticket, mentre qui tutto resta fermo. Ogni giorno perso è una sofferenza in più”. Infine, l’affondo politico contro il centrodestra: “In cinque anni il commissariamento alla Sanità guidato da Roberto Occhiuto ha prodotto solo sfascio. La proposta di Pasquale Tridico può rappresentare la vera svolta, dopo anni in cui la salute pubblica è stata calpestata”.