10 Ottobre 2025
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Chat Control, Europa nel caos: parlamentari sommersi dalle email di protesta

La piattaforma Fight Chat Control consente a cittadini di tutta Europa di partecipare a una campagna di mail bombing per fermare il regolamento CSAR

I parlamentari europei stanno affrontando una vera e propria valanga di email identiche in relazione al voto sul Child Sexual Abuse Regulation (CSAR), meglio noto come Chat Control. Lโ€™iniziativa ha attirato attenzione internazionale e sollevato dibattiti su privacy, sicurezza e diritti civili.

Il sito Fight Chat Control e il mail bombing

Dietro la campagna cโ€™รจ Joachim, ingegnere informatico danese, ideatore del portale Fight Chat Control, uno strumento pensato per permettere agli utenti di inviare email multiple agli eurodeputati. Lo scopo รจ sensibilizzare i parlamentari sul regolamento CSAR, che prevede strumenti di controllo sulle piattaforme digitali per ridurre gli abusi sessuali su minori. Secondo quanto dichiarato da Joachim, il sito ha raggiunto oltre 4,5 milioni di contatti a inizio ottobre, e consente a chiunque di selezionare il Paese di elezione dei parlamentari e inviare messaggi precompilati con pochi click.

Le reazioni degli eurodeputati

Tra i destinatari delle mail cโ€™รจ Evin Incir, eurodeputata svedese, che ha spiegato a Politico.eu: โ€œRiceviamo centinaia di email al giorno. Il corpo dei messaggi varia, ma lโ€™oggetto รจ sempre lo stesso: fermare la proposta sul Chat Controlโ€. Il flusso continuo di email ha creato notevoli disagi nelle caselle di posta ufficiali dei parlamentari, evidenziando le tensioni generate dalla proposta legislativa.

Chat Control e criticitร 

Il CSAR prevede strumenti per consentire alle autoritร  di monitorare chat crittografate, come WhatsApp o Telegram, alla ricerca di materiale pedopornografico. Tuttavia, la proposta ha suscitato forti preoccupazioni per la tutela della privacy, con critiche che sottolineano il rischio di accessi indiscriminati a conversazioni private.

Situazione del voto e posizioni internazionali

Il voto previsto per il 14 ottobre รจ stato rimandato. La Germania, in particolare, ha chiarito che non sosterrร  il regolamento cosรฌ comโ€™รจ scritto, con la ministra Stefanie Hubig che ha dichiarato: โ€œI crimini peggiori non giustificano la rinuncia ai diritti civili fondamentaliโ€.

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