Ferrari ed orologi di lusso a spese dell’azienda e dei suoi dipendenti, un patrimonio societario dilapidato negli anni nonostante lo stato di crack finanziario dell’ Istituto di Vigilanza Privata Notturna e Diurna srl (dichiarata fallita dal Tribunale di Catanzaro nel 2019), già gravata da una pregnante massa debitoria nei confronti dell’erario, dei fornitori e dei dipendenti. Con le accuse di bancarotta fraudolenta, patrimoniale, documentale e preferenziale, impiego di danaro, beni o utilità di provenienza illecita, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, dichiarazione fiscale infedele e omessa, l’imprenditore di Catanzaro Natale Figorilli, 45 anni, destinatario a dicembre scorso di una misura cautelare agli arresti domiciliari con contestuale divieto di esercitare attività di impresa e di ricoprire cariche sociale in imprese e persone giuridiche per la durata di un anno (LEGGI), misura cautelare sostituita dal gip con l’obbligo di dimora nei giorni scorsi, va direttamente a processo, saltando il filtro dell’udienza preliminare.
Il magistrato Stefania Caldarelli ha chiesto è ottenuto per l’imputato il giudizio immediato e la prima udienza dibattimentale è fissata per il prossimo 2 aprile davanti ai giudici del Tribunale collegiale di Catanzaro, sempre che i legali difensori, l’avvocato Salvatore Staiano e Antonio Lomonaco, nei termini di legge, non optino per il giudizio abbreviato. Nell’inchiesta è indagato anche il padre di Natale, Antonio Figorilli, ma nei suoi confronti la Procura procede separatamente.
Le ipotesi di accusa
Secondo le ipotesi di accusa, Figorilli, amministratore di fatto dell’Istituto di vigilanza diurna e notturna Figorilli Srl, dichiarata fallita dal Tribunale di Catanzaro nel corso del 2019, con un passivo ammesso di oltre 47 milioni di euro, avrebbe posto in essere condotte di distrazione e dissipazione dei beni della società per oltre 3,5 milioni di euro, di falsificazione dei libri e delle altre scritture contabili, con conseguente ingiusto profitto e danno per i creditori, in modo da non rendere possibile la ricostruzione del movimento degli affari. E sempre secondo le ipotesi accusatorie l’imprenditore di Catanzaro, in relazione ai reati fiscali, (infedele dichiarazione dei redditi per gli anni di imposta 2016 e 2017 e omessa dichiarazione per il 2018) avrebbe evaso le imposte sui redditi per circa 1,5 milioni di euro, “reo” di autoriciclaggio attraverso il reinvestimento dei proventi illeciti in attività economiche correlate alla commercializzazione di orologi e beni preziosi di lusso.
Ferrari, Porsche e barche costose
L’ attività investigativa portata avanti dagli uomini della Guardia di finanza, ha consentito di appurare l’acquisto di orologi di lusso, l’utilizzo di molteplici macchine di ingente valore, dalla Ferrari, alla Porsche, all’ Audi, alla Bmw acquisite in rapida successione temporale tra loro nonché barche molto costose e di accertare come parte delle risorse sottratte alla società fallita è stata reimpiegata da Natale Figorilli nella commercializzazione di beni di lusso, come risulta dall’esame della documentazione bancaria, che parla di un’intensa e sistematica operatività riferita ad operazioni sia in acquisto che in vendita che interessano principalmente il settore delle gioiellerie o del commercio di orologi di valore. Figorilli avrebbe impiegato “beni o utilità con l’intento di occultare la provenienza illecita del denaro frutto dell’attività distrattiva. (…) Figorilli ha attinto direttamente dalla società, in maniera reiterata, le risorse finanziarie transitate sui suoi conti correnti bancari personali; somme ingenti, che gli hanno garantito un tenore di vita altissimo a discapito dei creditori della società, rimasti insoddisfatti delle loro pretese”.
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