di Mimmo Famularo – Tracce del Dna sul grilletto e sopralluogo da manuale dei carabinieri sul luogo del delitto. Così i carabinieri sono riusciti a ricostruire nei minimi dettagli quanto avvenuto la sera dello scorso uno aprile in un vicolo di Paravati, la frazione di Mileto dove è stato ucciso Francesco Palmieri. Le attività investigative svolte dai carabinieri del comando provinciale, sotto il coordinamento della Procura di Vibo, segnano un altro punto a favore dell’azione di contrasto alla detenzione di armi clandestine su un territorio che resta, tristemente, ai primi posti nazionali per crimini violenti. “L’anno scorso – ricorda il procuratore Camillo Falvo – abbiamo avuto in pieno lockdown l’omicidio del giovane Francesco Palmieri e due tentati omicidi immediatamente accertati”.
“Indagini da manuale dei carabinieri”
Gli inquirenti hanno chiuso un altro cerchio notificando l’avviso di conclusione indagini nei confronti di Nicola Polito e Pasquale Evolo, accusati di aver cagionato con la loro condotta la morte di Francesco Palmieri, ucciso con un colpo di fucile alla testa. “E’ stata dimostrata – ha commentato Falvo – la professionalità di tutti gli operatori in questa indagine: della collega Iannazzo che ha condotto insieme a me l’inchiesta, dei carabinieri che hanno immediatamente effettuato il sopralluogo in modo eccellente e dei Ris di Messina che ci hanno dato una grande mano”. Non è stato facile perché gli investigatori si sono trovati di fronte una vicenda alquanto complessa con i due indagati che hanno fornito versioni diametralmente opposte e contrastanti tra di loro. “Grazie alle indagini tecniche – ha spiegato Falvo – abbiamo rinvenuto sul grilletto le tracce biologiche e siamo riusciti ad accertare la dinamica dell’evento”. Confermato il movente. “La lite è scoppiata per motivi banali, futili. Un debito di droga di dieci, venti euro”.
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